Abbiamo intervistato i tre soci titolari della Digiemme, azienda parmense che da 40 anni progetta ed installa porte blindate e serramenti su misura. «Non sottovalutiamo l’aspetto termico ed acustico», spiegano Alessandro Dall’Aglio, Sergio Giuffredi e Maurizio Marchini
Dall’Aglio, Giuffredi e Marchini, la vostra storia è iniziata nel 1978. La Digiemme è un’azienda a forte vocazione artigianale ed è un osservatorio privilegiato nel settore sicurezza. Com’è cambiato l’approccio degli italiani?
«Sta maturando consapevolezza, anche grazie agli incentivi statali che sensibilizzano l’opinione pubblica. Però alla paura che la propria abitazione possa essere violata, non sempre si accompagna la comprensione di alcuni concetti essenziali, come il valore intrinseco di un serramento».
Le porte blindate non sono tutte uguali?
«No, è un punto nevralgico. Anche qui abbiamo le Ferrari e le Fiat – con tutto il rispetto e soltanto per usare un paragone che rende l’idea. Solo che, a differenza delle marche automobilistiche, la qualità di una porta, di una persiana o di un serramento non è immediatamente percepibile».
Infatti la grande distribuzione propone porte blindate a prezzi molto allettanti..
«Non è nostra abitudine guardare in casa d’altri. Sappiamo però che la battaglia con i ladri spesso si gioca sui dettagli, quindi nulla va lasciato al caso. Ad esempio, se si sceglie una struttura troppo leggera, è chiaro che anche una chiusura di qualità farà fatica, e viceversa. Ci deve essere proporzione».
Ci spieghi meglio
«Come in una macchina, per continuare sulla metafora, c’è corrispondenza tra telaio e motore, tra peso e cilindri, allo stesso modo la porta va considerata nella sua interezza. L’insieme tra defender (parte passiva) e cilindro (parte attiva). Ecco, un cilindro di sicurezza che costa 10 euro non può essere paragonato ad uno da 200».
Insomma, si fa presto a dire porta blindata: poi dobbiamo vedere com’è fatta…
«Alcuni costruttori le considerano alla stregua di commodity (bene standard, ndr), ma non si devono negare le differenze. Fermo restando che non esiste l’inviolabilità assoluta, alcuni accorgimenti ci si avvicinano parecchio. Un’altro vantaggio nella scelta di un serramento di qualità è la possibilità di adeguarlo nel corso del tempo. Si lascia invariata la scocca, cambiando il cilindro».
Molte persone preferiscono “puntare” su un buon impianto di allarme..
«Le due cose vanno di pari passo, sono complementari e devono interagire. L’impianto protegge un perimetro, deve entrare in azione quando il ladro è ancora fuori, appunto. Per impedire l’ingresso serve una porta che regga l’urto. Senza contare altri aspetti interessanti».
Quali?
«La porta garantisce sicurezza quando si è in casa, quindi va a proteggere l’incolumità personale oltre che i beni. Ma la cosa fondamentale da capire è l’integrazione tra tutti i prodotti di sicurezza. Pensiamo alle finestre e alle persiane, ad esempio. E poi, permetteteci, non c’è solo la sicurezza…».
In che senso?
«L’aspetto termico ed acustico. Un serramento di qualità riduce la dispersione di calore, migliora il risparmio energetico ed è un prezioso frangiflutti contro i rumori. Inoltre la bellezza: un valore che non deve mai venire meno al momento della scelta: ricordiamo che le porte – interne o esterne – ce le troviamo davanti agli occhi tutti i giorni».
La Digiemme è partner tecnico della Jansen, azienda svizzera leader nel settore. Eppure la Digiemme sviluppa soluzioni autonome ed è in grado di lavorare custom. Quest’aspetto conterà sempre anche nel futuro?
«Senz’altro, soprattutto nelle ristrutturazioni, riuscire a seguire ogni fase della lavorazione è un valore aggiunto per il cliente. La tecnologia cambia e migliora le nostre vite, ma l’aspetto manifatturiero resterà sempre il cuore della progettazione e dell’installazione».
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