Capita spesso che, quando si deve affrontare un lungo viaggio, sia necessario trasportare una gran quantità di oggetti per i quali il solo bagagliaio dell’auto non è sufficiente. Per casi del genere – ma non solo – esiste il rimorchio auto, un’appendice che consente di aumentare notevolmente la capacità di carico della propria autovettura. Tuttavia, in Italia, questo genere di mezzi non ha ancora trovato larga diffusione, complice una scarsa conoscenza della materia e, in qualche caso, un’incompletezza normativa che lascia spazio a dubbi e incertezze. Ci aiuta però a capirne di più Massimo Epifani, titolare dell’azienda M Rimorchi, specializzata nella realizzazione e vendita di rimorchi e carrelli per qualsiasi tipologia di trasporto, personalizzati in base alle esigenze del cliente, oltre alla costruzione di carri attrezzi in alluminio e van cavalli.
Signor Epifani, a chi sono consigliati i carrelli e i rimorchi per il trasporto?
“Potenzialmente a chiunque, perché rispondono alle più svariate esigenze, sia per il tempo libero che per il lavoro: dal trasporto di veicoli come auto, furgoni, kart o moto, cose generiche, al trasporto di animali, fino ad altri oggetti come imbarcazioni, gommoni, ultimamente servono anche per “condonare” garage o case mobili che i comuni impongono di mettere su ruote”.
Cosa c’è da sapere, prima di comprare un rimorchio?
“Anzitutto è importante capire bene l’ambito di utilizzo e spiegarlo con precisione al venditore, in modo che sappia indirizzare il cliente verso il prodotto più adatto alle sue esigenze. È importante poi sapere che questi mezzi non necessitano di una patente aggiuntiva, per circolare, se il convoglio motrice+rimorchio rientra in una massa complessiva di 3500 kg. Per quelli che invece superano questa soglia occorre un’integrazione alla propria patente, chiamata B96, che consente di trainare un convoglio di massa compresa tra 3501 kg e 4250 kg. Oltre questo peso occorre la patente B+E che permette di arrivare alla soglia dei 7000 kg complessivi. Infine, è importante sapere che dal maggio 2018 i rimorchi sono sottoposti a revisione, che deve essere effettuata dopo il quarto anno dalla data di immatricolazione e, successivamente, ogni 2 anni”.
Come riconoscere, invece, il venditore giusto?
“Prima di tutto dalla consulenza. Un buon venditore deve fornire tutte le informazioni necessarie al cliente, argomentarle e documentarle, per poter far sì che egli possa utilizzare il suo rimorchio in totale sicurezza ed in regola con il Codice della Strada. Si può dire che la parte di informazione è ancora più importante della vendita. Nella nostra azienda dedichiamo, in media, dalle due alle tre ore a questo aspetto, prima ancora di sapere se il cliente acquisterà o no un rimorchio da noi. Altra cosa che ritengo fondamentale è la possibilità di poter personalizzare il proprio acquisto, realizzandolo in base alle specifiche esigenze che inducono a perfezionarlo. Credo che questo aspetto etico rappresenti il vero valore aggiunto per un rivenditore, tanto che ne ho fatto il core business della mia azienda”.
Perché pensa che la personalizzazione sia la scelta vincente?
“Perché spesso non si è a conoscenza del fatto che i rimorchi possano essere realizzati su misura, in base alle esigenze del singolo. Si pensa che siano ingombranti, difficili da gestire, invece possono avere anche dimensioni notevolmente ridotte, se il cliente non ha bisogno di trasportare oggetti particolarmente voluminosi. Ecco perché è importante mettere al centro il cliente: ascoltarlo, progettare insieme il rimorchio adatto alle sue esigenze, a partire dai materiali impiegati, fino alle dimensioni. Una cosa che un grande produttore non può fare perché è anti-economico, di conseguenza le soluzioni che proporrà deriveranno tutte derivanti da un catalogo standard, che non permetterà grandi possibilità di personalizzazione. L’obiettivo, invece, deve essere quello di diventare un punto di riferimento per chi cerca un prodotto di qualità, al miglior prezzo del mercato, che possa usare sia sulle strade di tutti i giorni, sia nei campi gara per il trasporto di mezzi da competizione, sia per professionisti, artigiani che quotidianamente svolgono il proprio lavoro, ma con un aiuto in più”.
Che caratteristiche deve avere un rimorchio, per essere considerato di qualità?
“Dal punto di vista dei materiali impiegati deve essere prodotto con spessori, sezioni, pesi da cui ne possa derivare una notevole durata nel tempo, sia che esso venga realizzato in acciaio zincato che in alluminio. Ci deve essere della “ciccia”, come diciamo qui in Toscana. Per quanto concerne l’alluminio, in particolare, dona particolare robustezza e, al tempo stesso, leggerezza al mezzo: due qualità che su strada si traducono in un percorso assolutamente più piacevole per l’utilizzatore. Un altro aspetto molto importante riguarda la sicurezza: molti rimorchi possono essere dotati del dispositivo anti sbandamento, un ausilio ad oggi ancora sconosciuto, un optional che noi proponiamo sempre al cliente e che a mio avviso è assolutamente necessario poiché evita che da un carico errato ne derivi il pericolosissimo effetto pendolo che nella maggior parte dei casi induce a sbattere o nella peggiore delle ipotesi ad uscire di strada. Per chi è alle prime armi, invece, ed ha qualche difficoltà, facciamo formazione al momento del ritiro in base alla tipologia di trasporto che si appresta ad affrontare, ma tutto sta nello scegliere i giusti accessori, come ad esempio le cinghie marchiate CE per fissare meglio il carico, anch’esse sconosciute poiché nelle strade di tutti i giorni noto che si utilizzano i più scarsi e disparati serraggi artigianali”.
Per quanto riguarda la manutenzione, invece, cosa bisogna fare per mantenere il proprio rimorchio in buono stato?
“È importante farlo controllare ogni 6/12 mesi, oppure ogni 8000km. Bisogna poi distinguere tra rimorchi non frenanti e rimorchi frenanti. Nel primo caso la manutenzione è più semplice, può comprendere un’inversione delle gomme ed il semplice ingrassaggio della calotta di traino e dei cuscinetti ruota. Per i secondi, occorre qualche piccola accortezza in più, come l’ingrassaggio di altre parti importanti, ad esempio i cavi frenanti scoperti, il repulsore, la registrazione dei ferodi di ogni singola ruota che è un pochino più complessa in base alle meccaniche montate. In entrambi i casi, controllare l’efficienza dell’impianto di illuminazione è fondamentale”.
Che rapporto hanno gli italiani con il mondo del traino?
“Si può dire che è un rapporto ancora acerbo. Basta pensare che in Italia solo 19 veicoli su 100 sono dotati di gancio traino, mentre in altri Paesi europei la percentuale è molto più alta. In Germania i dati 2018 ci dicono che sono 62 su 100, mentre in Polonia si arriva addirittura ad 83 veicoli su 100”.
È quindi una questione culturale?
“In qualche modo sì. Ma in realtà il problema dipende più dalla scarsa disponibilità di informazioni, relative al mondo del traino. L’italiano medio non ha ancora la minima idea di come si gestisce un rimorchio e della sua potenziale utilità”.
E quindi quale consiglio darebbe a chi si approccia a questo mondo, per la prima volta?
“Di guardare al rimorchio come un’opportunità, un aiuto da utilizzare tutti i giorni. Soprattutto di informarsi bene presso un rivenditore esperto e competente. Sull’onda di questo aspetto, inoltre, se si decide di acquistare un rimorchio, consiglio sempre di valutare il prodotto nuovo, piuttosto che l’usato, perché si potrebbero avere sorprese positive: il 40% dei nostri clienti, infatti, si rende conto che costa meno il nuovo, rispetto all’usato che si trova sui vari siti di annunci su internet, proprio per la mancanza di un mercato che possa avere dei criteri e dei parametri oggettivi. Che non sia l’affetto verso lo stesso a fare rima col prezzo, bensì uno stato di manutenzione e di “giovinezza” che possa dare ad un’altra persona la possibilità di goderselo per altrettanti anni. L’italiano medio è rimasto agli anni 90, vede il rimorchio come fosse fantascienza, ma volete mettere la soddisfazione di noi uomini quando non dobbiamo sporcare la nostra auto per poter trasportare le nostre cose e non dobbiamo impiegare ore ed ore a litigare con lo spazio e con i bagagli, prima di partire per le ferie?”.
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