Quando si parla di antincendio e sicurezza, meglio scegliere fornitori strutturati e organizzati tali da garantire la continuità della manutenzione, secondo Andrea Bagnariol, titolare della Beass, azienda fondata nel 1964 a Porcia (Pordenone)
Dall’azienda artigiana con pochi dipendenti, alle multinazionali con migliaia di addetti: sicurezza sul lavoro e prevenzione antincendio riguardano ogni settore produttivo e richiedono una «corretta e costante formazione, che va intesa come investimento per migliorare i processi e ottenere una migliore economicità aziendale» spiega Andrea Bagnariol, titolare della Beass di Porcia (provincia di Pordenone), azienda pioneristica nel Friuli occidentale nel settore antincendio e sicurezza nel lavoro, con oltre cinquant’anni di lavoro sul campo.
Quando un’azienda, sia essa micro o grande, deve occuparsi del piano sicurezza e delle manutenzioni, come dovrebbe procedere?
«Anzitutto cambiare prospettiva e capire che si tratta di una scelta tecnica e non solo amministrativa. Mi spiego, la sicurezza viene intesa come adempiere alla normativa, perciò viene inserita tra i costi e gestita dall’ufficio acquisti o dall’amministrazione. Ma la politica del prezzo basso non è il percorso giusto. Faccio un esempio, se si rompe la macchinetta del caffè in ufficio o l’impianto di condizionamento, quella rottura viene percepita come urgente e improcrastinabile, senza badare ai costi. Se invece ci si ritrova con la manichetta antincendio bucata o un estintore fuori uso, questo frangente viene gestito come uno dei tanti problemi da risolvere ma non per forza con urgenza. Invece la sicurezza sul lavoro, l’antincendio, così come la formazione, dovrebbero essere considerati temi fondamentali, da trattare con l’ufficio tecnico dell’azienda. Sono un investimento non un costo».
Come scegliere a chi rivolgersi?
«Ci sono diversi parametri, anzitutto il consiglio è di scegliere un’azienda che operi sul mercato da molti anni, perché nel settore antincendio l’esperienza di lungo corso è importantissima. Inoltre significa avere garanzie di continuità del servizio, e dunque di affidabilità e cura nel post vendita. Altro elemento importante è che sia attrezzata, strutturata e organizzata. Non ultimo che vengano utilizzati estintori e dispositivi di qualità dunque prodotti in Italia».
Come lo si capisce?
«Il modo più semplice è andare in azienda, visitare il fornitore, capire se è preparato a seguire ogni fase del servizio, non solo in termini di magazzino, ma ad esempio verificare l’officina e l’impianto di svuotamento/riempimento degli estintori. Se ti accorgi che ogni dettaglio ha il suo spazio, questo già è un segnale indiretto di garanzia».
Specificatamente nel settore antincendio, cosa significa che il fornitore sia attrezzato e organizzato?
«È importante che l’azienda sia in grado di seguire tutto il processo, dalla consulenza alla manutenzione. E questo è possibile quando c’è personale specifico che garantisce tutta la filiera, con tutti i servizi legati all’assistenza, per concludere poi con il post vendita. Faccio un esempio, parlando di antincendio e di estintori: non basta saperli svuotare e ricaricare, bisogna avere un impianto e un registro dello svuotamento polveri e saper gestire il rifiuto. L’attenzione all’ambiente non deve mai mancare, vale per tutti noi. Purtroppo sappiamo bene quanto la nostra società debba affrontare il tema dei rifiuti e come gestirli correttamente».
Come si riconosce un post-vendita accurato e di fiducia?
«Possiamo fare il paragone con l’auto; non c’è solo il momento dell’acquisto, serve chi ti fa il tagliando, occorre mantenerla, programmare il cambio gomme. Ciò che viene dopo l’acquisto è quasi più importante della consegna del prodotto. Per il settore antincendio essere attrezzati significa avere furgoni-officine mobili che possono muoversi sul territorio direttamente dal cliente. E soprattutto per il cliente poter delegare la manutenzione senza doversene più preoccupare, perché viene seguita e programmata dal manutentore secondo un calendario predefinito e cadenzato di controlli. Per ottenere questo risultato è fondamentale, ribadisco, scegliere un fornitore che sia in grado di seguire tutta la filiera».
Consulenza, fornitura, assistenza, sono gli elementi essenziali?
«Manca il capitolo forse più importante, la formazione, che completa il cerchio virtuoso per la sicurezza. Si tratta di promuovere una cultura e un bagaglio di conoscenze che sono utili a prescindere dal luogo di lavoro. La formazione al primo soccorso e antincendio sono elementi fondamentali che dovrebbero fare parte della cultura personale in ogni aspetto della nostra quotidianità, non solo sul luogo di lavoro».
In che modo investire nella formazione diventa elemento di competitività per le aziende?
«Se da un lato significa essere pronti a comprendere e adeguarsi alla normativa, dall’altro lato significa imparare a svolgere determinate mansioni (come guidare un carrello elevatore o eventualmente evitare il rischio incendio) nella maniera corretta, e dunque ridurre il rischio di infortunio sul lavoro. Questo anzitutto per tutelare la salute del dipendente. Il beneficio di riflesso è anche per l’impresa e per l’intera società perché si traduce in una riduzione dei costi sanitari, assicurativi e di fermo produzione. Di conseguenza, migliorare l’economicità e dunque la competitività di un’azienda. Perciò ritengo che sia proprio nei momenti più difficili che bisogna investire in formazione e inventare cose nuove».
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