Questo periodo di emergenza sanitaria provocato dalla pandemia ha avuto gravi ricadute sull’economia del nostro Paese generando una pesante condizione di insolvenza a carico di cittadini, imprese e professionisti che, nell’impossibilità di far fronte a obblighi finanziari, fanno fatica a emergere da una situazione debitoria ormai insostenibile. Questo fenomeno sociale in crescita è il sovraindebitamento e sta toccando in maniera massiccia anche la Sicilia, come ci spiega il dott. Angelo Giallongo, commercialista, titolare dell’omonimo studio a Modica (RG), e profondo conoscitore delle problematiche del territorio grazie all’attività svolta e agli incarichi istituzionali e politici ricoperti da anni.
Dott. Giallongo, quali sono oggi le problematiche principali che ravvisa sul territorio siciliano?
«Premetto che la situazione era già complessa prima di questa emergenza, ma quest’anno e mezzo di chiusure totali e parziali ha sicuramente messo in ginocchio il comparto lavorativo, originando una situazione abbastanza diffusa di sovraindebitamento, un fenomeno che sta penetrando nel tessuto sociale della nostra isola e che coinvolge, più in generale, il resto d’Italia».
Cosa si intende per sovraindebitamento?
«È una situazione di crisi provocata dall’insolvenza in cui si ritrovano molti contribuenti. Parliamo di famiglie o imprese che per poter sopravvivere alla débâcle lavorativa ed economica si sono indebitate: venendo a mancare il lavoro la crisi è arrivata a livelli insopportabili e molti non sono più riusciti ad onorare i propri impegni, come pagare un mutuo, un affitto o adempiere agli obblighi fiscali. Secondo le stime della Banca d’Italia, questo fenomeno attualmente coinvolge il 10% delle famiglie italiane. Ma in questo mare magnum una soluzione c’è…».
Quale?
«Si tratta della procedura di sovraindebitamento, sottovalutata per anni, che ritengo sia una vera opportunità per reinserirsi nel sistema economico. In sostanza è la legge n. 3/2012 detta anche “Salva Suicidi” e varata dopo la crisi economica del 2008/2009. Fino a qualche anno fa questa normativa è stata utilizzata poco probabilmente perché i contribuenti non erano sufficientemente informati, ma negli ultimi anni c’è stata una inversione di tendenza che ha portato ad un maggior utilizzo di questo validissimo strumento, che oggi, grazie alla modifica operata dalla Legge di conversione del Decreto Ristori (d.l. 137/2020) ha ampliato il suo raggio d’azione rendendo questa norma ancora più conveniente».
Questa norma cosa consente?
«È uno strumento che permette al contribuente meritevole di tagliare i debiti. Per “meritevole” s’intende la persona che si è indebitata per problemi seri, per assicurare il sostentamento alla famiglia, ecc… e con l’aggravarsi della crisi economica e/o con la perdita del lavoro, non è stato più in grado di onorare i suoi impegni. Se sussiste tale condizione il contribuente può veder falcidiato anche l’80 o il 90% dei propri debiti».
Come si accede all’esdebitazione, cioè alla liberazione dei debiti?
«Il sovraindebitato deve rivolgersi ad un avvocato che produrrà una relazione sul caso specifico da presentare all’OCC (Organismo di Composizione della Crisi), che analizza la richiesta e la posizione dell’indebitato e valuta se ci sono i presupposti per far fronte all’esposizione debitoria. A questo punto l’OCC nomina un Gestore della crisi che acquisisce la pratica e organizza i primi incontri con il sovraindebitato, per capire cos’ha generato la crisi e come e dove poter intervenire».
Il passo successivo qual è?
«Stilata la relazione, spetterà a un giudice valutare la documentazione prodotta e decidere se sussistono i presupposti per poter abbattere la massa debitoria. Si tratta, se meritevole, di un abbattimento sostanzioso della massa debitoria, che permetterà al debitore di uscire dallo stato di insolvenza, in quanto è sgravato dei debiti, e al creditore che così potrà ricevere una parte del credito, cosa che altrimenti non sarebbe stato possibile per lo stato di insolvenza del debitore».
Lei ricopre anche ruoli istituzionali: cosa pensa possa fare la Politica in questo senso?
«La Politica ha il dovere di saper interpretare le esigenze dei cittadini e trovare le giuste soluzioni con chiarezza e lungimiranza. Per quanto riguarda il sovraindebitamento qualcosa si è fatto, ma tutto, sempre, è perfettibile e ritengo sia necessario sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica affinché imprese e privati sfruttino questa possibilità. Uscire dalla crisi è possibile e la legge 3/2012 lo permette: fare informazione è fondamentale anche se, a mio parere, non è l’unica via per uscire da questa situazione di stallo».
Secondo lei esiste un’altra strada?
«Sì, un altro elemento per emergere da questa condizione è creare occupazione. Il che vuol dire non perdere l’opportunità offerta dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che ha come scopo quello di rilanciare la competitività e la produttività del nostro Paese potenziando gangli vitali della nostra economia come la digitalizzazione, le infrastrutture, la cultura e il turismo. Inoltre il risanamento delle aziende da un lato, e gli investimenti dall’altro possono generare occupazione e sviluppare nuove professionalità, producendo quindi ricchezza diffusa. Con questo decreto e grazie ai grandi investimenti questa possibilità è concreta e non va sottovalutata. È forse questo lo sprone derivante da questa pandemia che, pur nella sua tragicità, ci spinge a farci trovare pronti sfruttando tutte le risorse che abbiamo».
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