Attenzione per l’innovazione, per la ricerca applicata e per la valutazione di soluzioni ingegneristiche inedite è base della progettazione e della ricerca Bertoli Italia, azienda di Vecchiano, in provincia di Pisa, che produce impiantistica dedicata ai conglomerati cementizi e bituminosi lavorati a freddo. Abbiamo incontrato il titolare, Roberto Bertoli.
Quali sono le caratteristiche che deve avere un impianto per i conglomerati cementizi e bituminosi a freddo?
“Impianti di questo tipo devono essere progettati, realizzati e testati con lo scopo di garantire qualità della produzione, durabilità, sicurezza per le persone e l’ambiente, flessibilità e controllo da remoto. Gli impianti di produzione per questo tipo di lavorazione devono essere adatti alle diverse esigenze di riciclaggio e alle moderne formule a basso impatto energetico e, al contempo, integrare le più recenti soluzioni tecniche per produrre conglomerato bituminoso al minor costo”.
Quanto è importante l’automazione nel vostro settore?
“Fondamentale. Per evitare grossi sprechi di tempo questi tipi di macchine devono essere dotati di software che consentano di mantenere un registro periodico e riepilogativo di tutta la produzione, al fine di consentire il pieno monitoraggio dell’impianto e della produzione da un punto di vista qualitativo e gestionale. Uno dei nostri capisaldi è proprio l’obiettivo di introdurre la tecnica tipica del mondo dell’automazione moderna su macchinari e in settori fermi ormai da tempo ai soliti contenuti tecnologici. L’elettronica e la logica di gestione devono viaggiare di pari passo in termini di aggiornamento, affidabilità e qualità rispetto alla meccanica di macchina. Ricordiamo inoltre che le nostre macchine lavorano con centinaia di ricette memorizzabili e altrettante combinazioni di prodotto, in continuo, da 30 metri cubi ora fino a circa 200.”
E la sostenibilità ambientale?
“La stesura con i nostri impianti ECO-TECH avviene “a freddo”, quindi senza emissione di fumi nell’ambiente, né rischi per la sicurezza degli operatori, oltre che con notevole risparmio energetico”
Sempre più spesso sentiamo parlare di concetti come “Industria 4.0”, “rivoluzione digitale”, “automazione”. Qual è stata secondo lei la ricetta per il successo in questo “nuovo mondo”?
“Inizio con il dire che la rivoluzione digitale è un valore aggiunto sia dal punto di vista produttivo, perché ha permesso di incrementare il livello di efficienza, velocità e tracciabilità dei processi produttivi; sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale, riducendo sprechi e danni al prodotto finito e aumentando il livello di sicurezza. La ricetta giusta è anticipare i tempi, puntando su idee e innovazioni che guardano al futuro, con un’attenzione costante alle esigenze di mercato”.
Quali altri sviluppi si aspetta per il futuro?
“Siamo davanti alla quarta rivoluzione industriale, a una trasformazione unica, che richiede nuove competenze orizzontali e importanti skill di analisi, problem solving e comunicazione in modo che l’integrazione tra i diversi comparti tecnologici non sia solo un concetto ma una realtà completamente modulabile, capace di adattarsi alla velocità dei cambiamenti”.
Quali sono le nuove richieste del mercato?
“Da adesso in poi chi sarà in grado di alzare l’asticella del valore e della cura del cliente, il livello di esperienze e servizi offerti, puntando su flessibilità ed efficienza, produrrà valore per tutto il mercato e per tutti i settori. In questo momento come non mai è fondamentale l’adattamento al cambiamento continuo, controllo della qualità e della filiera produttiva: sostenibilità e reciprocità sono attori fondamentali. E’ un mondo che ora più che mai va alla velocità della luce”.
Al centro di questo processo ci sono le tecnologie quindi?
“No. Al centro ci sono le persone. Il nostro futuro è andare oltre, sempre e comunque a partire dalla capacità delle persone, le sole capaci di produrre il cambiamento e stimolare la crescita ideando, progettando e realizzando tecnologie ad alto valore aggiunto”.
In cosa può differenziarsi quindi un’azienda del vostro settore rispetto a un’altra dalle simili caratteristiche?
“Appunto nell’intervento dell’uomo. Nella capacità di rimanere “artigiani” pur abbracciando il mondo del 4.0. Tutto ciò è fondamentale per trasformare un buon prodotto in un oggetto straordinario. Questo succede quando la tecnologia e l’automazione si uniscono al saper fare artigianato di qualità. Intuito, etica, immaginazione, sono le chiavi di volta dell’Industria 4.0. Le macchine sono fatte apposta per simulare, ma non sono in grado di esistere, o meglio, di essere; sono in grado di darci tutte le risposte, ma le domande siamo noi e solo noi a porle”.
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