La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un investimento. Questa frase viene spesso ripetuta, a ragione, agli imprenditori italiani sia per sottolineare l’importanza di preservare la salute dei propri dipendenti sia per ricordare che la spesa sostenuta per eliminare i rischi sul posto di lavoro evita anche future sanzioni e danni d’immagine. Ma nonostante leggi sempre più restrittive ed un aumento dei controlli e delle sanzioni in caso di irregolarità, nel nostro Paese il numero degli infortuni continua ad aumentare. Abbiamo chiesto a Bruno Ranellucci, Ceo della Tutor Consulting, che si occupa da anni di formazione e sicurezza sul lavoro, quali strategie si potrebbero adottare per affrontare seriamente il problema.
Bruno Ranellucci, prima di tutto, in Italia esiste una cultura della sicurezza sul lavoro?
Il discorso è sicuramente complesso ma ancora troppo spesso la sicurezza viene percepita come una serie di prescrizioni da adottare per evitare sanzioni o come una perdita di tempo, sia dalla dirigenza che se ne disinteressa, sia dai lavoratori che non comprendono l’importanza di adottare comportamenti più virtuosi al fine di evitare incidenti ed infortuni. Ma in questo ambito anche lo Stato ha le sue grandi responsabilità
In che senso?
Nel senso che viene detto che la lotta contro le morti sul lavoro sia una priorità per il nostro Paese tanto che negli ultimi anni si sono inasprite le sanzioni e le pene ed aumentati i controlli degli Enti di vigilanza. Io credo, però, che non sia stato adottato l’atteggiamento giusto per risolvere il problema alla radice
Perchè?
Se davvero la salute dei lavoratori è un obiettivo primario per lo Stato, occorre investire di più ed aiutare gli imprenditori. Un po’ come è stato fatto con il settore dell’edilizia che per alcuni anni è tornato ad essere elemento trainante dell’economia italiana grazie al Superbonus e ad altri incentivi
Quindi lei proporrebbe bonus e voucher per la sicurezza?
Sì esatto. Il piccolo e medio imprenditore che vuole fare seriamente prevenzione e tutelare la salute dei propri dipendenti spesso si trova a dover sostenere costi iniziali molto elevati e si scoraggia. E’ qui che lo Stato, secondo me, dovrebbe venire incontro agli imprenditori con bonus, voucher, incentivi
Quali sono i costi per un’azienda?
Ovviamente dipende dalle dimensioni e dal rischio dell’attività lavorativa. Ma comunque ci sono alcuni costi fissi da sostenere quali l’acquisizione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI); l’inserimento di impianti e dispositivi antincendio; controlli e riparazioni dei macchinari; formazione del personale (corsi individuali e corsi di gruppo sulla sicurezza sul luogo di lavoro); compilazione annuale del Documento Valutazione Rischi; consulenze sulla sicurezza sul luogo di lavoro.
Sì in effetti possono essere costi che scoraggiano i piccoli imprenditori e, in particolare, le start up…
Sì infatti. Noi di Tutor Consulting, che ci occupiamo di formazione e consulenza, abbiamo messo a punto un pacchetto, Small Business, per dilazionare la spesa per tutti i servizi legati alla sicurezza in 3 anni. Ma ci vuole un’azione globale dello Stato che coinvolga tutte le imprese
Quindi lei propone che ci siano più incentivi e meno controlli?
No assolutamente i controlli devono esserci. Ancora più di adesso, se gli imprenditori usufruiscono dei voucher devono poi dimostrare di averli utilizzati per la prevenzione e la valutazione dei rischi. Anche in questo caso, però, dovrebbero essere più rapidi ed efficienti
In che modo?
Per tutto ciò che riguarda la documentazione richiesta, come per esempio il DVR, il Documento Valutazione Rischi, dovrebbe essere allestita una piattaforma digitale nella quale presentare i documenti previsti. Se mancano o se sono carenti lo Stato può intervenire subito per richiamare gli imprenditori o inviare ispezioni
La sicurezza sul lavoro, dunque, è un discorso da affrontare in maniera globale
Deve proprio esserci un cambio di mentalità. Da parte degli imprenditori che devono capire che la priorità è salvaguardare la salute dei propri dipendenti e di tutto l’ambiente. Anche i lavoratori stessi devono essere consapevoli delle misure protettive e non prenderle solo come restrizioni. Lo Stato, dal canto suo, non dovrebbe essere solo sanzionatorio ma dare aiuti concreti affinché si giunga ad una vera cultura della sicurezza.
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