Giampaolo e Carlo Solferino conducono la loro azienda e dedicano molto del loro tempo all’analisi dei mercati in cui il loro vino sarà imbottigliato dalle cantine-clienti e venduto ad un target di buon livello.
Pur godendo di una posizione di assoluto prestigio, il vino italiano non può più affrontare la sfida dei mercati basandosi semplicemente sulla qualità dell’uva e del prodotto finale. Occorre approfondire la conoscenza dei gusti dei consumatori che ovviamente cambiano da paese a paese e per fasce di età. Un motivo in più per studiare l’evoluzione dei consumi, in maniera tale da fornire agli enologi le informazioni necessarie a dar vita a dei vini di successo. A Sava, in provincia di Taranto, c’è chi ha rinunciato ad una propria etichetta per concentrare i propri sforzi sulla predisposizione di vini di qualità che verranno imbottigliati da cantine prestigiose che si sono affidate all’azienda Solferino.
Non è stata una scelta facile – afferma Carlo Solferino, contitolare dell’omonima cantina vinicola – quella di rinunciare ad imbottigliare direttamente, tanto più perché riteniamo di poter competere sui mercati nazionali ed internazionali. Ma abbiamo deciso di profondere tutte le energie a vantaggio dei nostri clienti a cui forniamo un vino già pronto per essere imbottigliato e commercializzato.
Ormai non basta più vinificare con delle ottime uve. Occorre una profonda conoscenza dei mercati. Vero?
Il produttore di vino deve evolversi. Non basta fornire il buon vino. Occorrono anche dei servizi più complessi, attraverso cui le cantine devono captare le esigenze del consumatore finale.
Ci spieghi meglio…
Nel mercato del vino – interviene Giampaolo Solferino, contitolare dell’omonima cantina vinicola – la concorrenza internazionale è spietata e non basta più un buon prodotto della terra. E’ necessario studiare l’evoluzione dei consumi in ogni singola area, in maniera tale da farsi trovare pronti per proporre un vino capace di intercettare il gusto di un determinato tipo di consumatore finale e quindi di offrire un prodotto estremamente competitivo ai nostri clienti che poi andranno a posizionarlo sui mercati.
Ci fa qualche esempio?
Certamente. I ‘millenials’ rappresentano un ottimo sbocco di mercato, soprattutto per vini di qualità. Ma comprendere i gusti non è semplice. Non ci si può basare su tradizioni familiari, in quanto spesso l’unico ‘credo’ di questi ragazzi è la rete. E quindi l’unica possibilità è quella di studiare le evoluzioni delle società di ogni singolo paese per poi proporre dei vini adeguati da affidare ai nostri clienti, anche dopo aver studiato a fondo i loro concorrenti diretti.
Lei si occupa, all’interno della sua azienda, di recarsi nei mercati mondiali proprio per studiare le evoluzioni dei mercati. Poi ha il compito non facile di trasferire queste informazioni a chi materialmente vinifica all’interno della sua cantina…
Il nostro è un lavoro di squadra che conduco insieme a mio fratello Carlo. Abbiamo uno staff composto da persone giovani e sottoposte ad una formazione costante, con le quali assumiamo le decisioni dopo aver ascoltato idee e suggerimenti. Dopo di che passiamo alla fase della progettazione e della produzione di vini totalmente definiti e quindi pronti per essere imbottigliati dalle cantine che si rivolgono a noi per avere un prodotto di grande efficacia. Il tutto, mentre altri collaboratori riprendono con noi a visualizzare il futuro del mercato ed a programmare l’attività.
L’uva da cui viene prodotto il vostro vino deriva dai vigneti di Sava ed è di straordinaria qualità. Ma può bastare solo questo?
Decisamente no! Noi sappiamo che uva produciamo nelle nostre aziende agricole. E lo stesso discorso lo estendiamo anche ai nostri conferitori, visto che i nostri tecnici elaborano dei protocolli di qualità che devono essere attuati (sotto uno stretto controllo) da chi vuole conferire nei nostri impianti. Sappiamo in anticipo, pertanto, cosa berranno gli acquirenti dei 13 milioni di bottiglie riempite con il nostro vino e commercializzate dai nostri clienti.
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