Il Dottor Mario Petracca, esperto in Proctologia, ha sviluppato e migliorato il trattamento crioterapico per la cura delle emorroidi. Una tecnica che permette ai pazienti di risolvere definitivamente il problema, in maniera quasi del tutto indolore.
Dottor Petracca, ci spiega cos’è la crioterapia selettiva?
“La Crioterapia Selettiva è un evoluzione della Crioterapia tradizionale, è una tecnica ambulatoriale efficace ed estremamente poco dolorosa per la cura delle emorroidi. Consiste nell’andare a intervenire sugli specifici noduli emorroidari, isolandoli dalle mucose sane mediante una speciale legatura. Si tratta di un perfezionamento innovativo della tecnica crioterapica tradizionale”.
In cosa consiste questa tecnica?
“Per mezzo di un anello isolante si ottiene una legatura elastica che isola le emorroidi che devono essere trattate. Questo consente di non toccare la parete del retto riducendo così il dolore e, soprattutto, non generando cicatrici”.
Quali sono i vantaggi?
“Il trattamento avviene a livello ambulatoriale. Si effettua con pochissima anestesia, senza le invasive anestesie spinali necessarie per le altre tecniche utilizzate in questo campo. In un unica seduta si possono curare più emorroidi con la sicurezza di non provocare lesioni allo sfintere”.
E’ necessario un periodo di degenza?
“Dopo l’intervento ogni paziente è in grado autonomamente alla propria abitazione e di riprendere, da subito, le proprie attività”.
Che durata ha l’intervento?
“Solitamente il tempo medio dell’intervento si aggira intorno alla mezzora”.
E’ un trattamento doloroso?
“No, non è necessario alcun punto di sutura e tantomeno clip metalliche all’interno. Posso affermare che, a mio avviso, si tratta della tecnica meno invasiva per risolvere il problema delle emorroidi”.
Questa tecnica risolve in maniera definitiva la patologia?
“Chi promette la certezza assoluta che non ci siano possibilità di recidiva sa di mentire. Ma una cosa posso affermare con orgoglio: l’80% dei casi trattati con crioterapia selettiva è andato a buon fine. Dati statistici dimostrano che formazioni di nuovi emorroidi a distanza di 15/20 anni dal trattamento sono possibili”.
In questi casi è possibile intervenire nuovamente?
“Naturalmente è possibile, senza alcun problema”.
Quali sono i soggetti più a rischio?
“I numeri dicono che 2/3 della popolazione mondiale soffre di emorroidi. La vita sedentaria, un’errata alimentazione, sforzi eccessivi ma soprattutto la costituzione fisica sono le cause principali”.
Cosa consiglia di fare ai primi sintomi?
“Innanzitutto andare dal proprio medico curante e guai a sottovalutare i segnali. Le medicine che abbiamo a nostra disposizione sono ottime medicine ma sono sempre e comunque delle terapie palliative che hanno un’efficacia momentanea”.
Quindi le medicine da sole non possono bastare?
“Le medicine non possono far guarire le emorroidi, quando il paziente ritiene opportuno risolvere il problema è necessario il trattamento”.
Che cosa prevede l’assistenza post trattamento?
“Dopo due mesi viene effettuato un controllo che consente di verificare l’eventuale necessità di perfezionare il completo recupero con un ritocco. E’ importante effettuare una visita di controllo una volta l’anno”.
E’ consigliata una dieta particolare nella convalescenza?
“Un’alimentazione corretta e la regolarizzazione del transito intestinale sono certamente opportune”.
Perché, secondo lei, c’è tanta reticenza nell’affrontare questo problema?
“Le persone sono spaventate dalle perdite di sangue, ma forse provano vergogna a parlarne. Le emorroidi rovinano la vita sociale e la qualità della vita peggiora, sotto tutti gli aspetti. E’ importante affrontare il problema al manifestarsi dei primi sintomi”.
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