Efficienza energetica e impianti green vogliono dire una cosa: liberarsi dal metano. Ma quali investimenti fare? Meglio intervenire sulla parte strettamente edilizia o sull’impiantistica? Domande a cui molti di noi dovranno prima o poi trovare risposta: nei mesi scorsi è stata infatti approvata la Direttiva “case green” che prevede nei prossimi anni emissioni zero per gli edifici e, di conseguenza, ristrutturazioni per gli immobili non a norma. Ne abbiamo parlato con Antonio Di Gioia, titolare di “iltecnico2424 srl”, azienda di Rimini specializzata nella fornitura chiavi in mano di impianti di riscaldamento, raffrescamento e fotovoltaico e in ristrutturazioni edilizie.
Cosa prevede la direttiva Ue sulle «case green»?
«Il provvedimento punta a ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Orizzonti temporali lontani ma meglio non aspettare: la direttiva prevede infatti che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. Ma è sbagliato considerare tutto questo solo come un obbligo normativo: in realtà rappresenta una grande opportunità per riqualificare il patrimonio immobiliare».
A proposito qual è la situazione degli edifici italiani?
«Secondo le stime Ance, su 12 milioni di edifici residenziali oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste. Inoltre, secondo Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E».
E l’Europa sta già pensando anche allo stop delle caldaie a gas…
«Si è ormai in dirittura di arrivo il nuovo regolamento Ecodesign che sarà pubblicato nel 2024. La nuova normativa non transige e l’obiettivo è stabilire il divieto alla vendita di caldaie a gas dal 1 gennaio 2029, escluse quelle con un indice di efficienza al 115%. Di fatto, con questo provvedimento l’Ue sta decisamente accelerando il percorso verso l’eliminazione delle caldaie a combustibili fossili»
Alla luce di queste incombenze quali sono gli interventi necessari per farsi trovare pronti?
«Una corretta riqualificazione energetica integrata deve soddisfare diversi requisiti come un approccio tecnico combinato, che richiede un consulente specializzato esperto, e la selezione di aziende competenti in grado di declinare soluzioni anche ad alto contenuto tecnologico. Saranno necessari interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico integrati per migliorare l’isolamento termico e il sistema di riscaldamento. Attenzione però a intervenire solo sull’involucro edilizio o sulla parte impiantistica: per migliorare le prestazioni energetiche complessive occorre lavorare su entrambi i fronti, con un’attenta progettazione sulla base delle caratteristiche dell’edificio».
Tutto in chiave green?
«Certo, dicendo addio al metano a vantaggio di forme di energia pulite e sostenibili, alimentate da pompe di calore, fotovoltaico e solare termico».
Ma da dove partire per migliorare l’efficienza energetica?
Tra gli interventi più richiesti ci sono ovviamente quelli sugli impianti di riscaldamento e raffrescamento con soluzioni coordinate e integrate tra loro: penso all’installazione di stufe a pellet, pannelli fotovoltaici e pompe di calore, oppure ai moderni impianti a micro cogenerazione per la produzione combinata di calore ed elettricità. Per la tenuta termica e acustica dell’involucro è fondamentale anche valutare la posa di un cappotto termico e la sostituzione di serramenti e superfici vetrate: porte, porte-finestre e finestre sono infatti responsabili di oltre il 30% delle dispersioni termiche in una abitazione».
Tanti lavori sono sinonimo di competenze diverse però…
«Si gli interventi sono diversi e per questo è fondamentale rivolgersi ad aziende che pianificano e coordinano l’intero progetto. In questo modo non solo si ottimizzano i costi ma si evitano ritardi e intoppi, con la possibilità di usufruire anche di finanziamenti ad hoc legati all’investimento».
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