L’attenzione per l’aspetto fisico e la bellezza è crescente nella nostra società. La volontà di rallentare il più possibile l’invecchiamento, del resto, trova legittimazione nel desiderio di sentirsi più sicuri ed accettati in un sistema di relazioni e rapporti, che sempre più spesso dà valore alla giovinezza. Ne parliamo con la dottoressa Elisa Puma, medico estetico e nutrizionista, che da anni esercita nel proprio studio milanese.
Dottoressa, oggi la medicina estetica consente di avere risultati straordinari.
“Sicuramente si possono ottenere degli ottimi risultati, ma è sempre bene non stravolgere il volto delle persone. Credo che oggi piuttosto che di medicina estetica sia corretto parlare di medicina del benessere, perché la disciplina deve puntare al benessere psicofisico del paziente. Il desiderio è sempre più quello di rallentare l’invecchiamento e se fino a qualche anno fa, quando lo strumento prevalente era la chirurgia estetica, lo inseguiva solo una nicchia di persone, oggi, grazie alla medicina estetica, la platea si è ampliata”.
Come si è allargata?
“Sicuramente, visto che i trattamenti di medicina estetica sono meno invasivi rispetto agli interventi chirurgici, si sono avvicinate molte più persone. E, rispetto a qualche anno fa, è diminuita l’età in cui si inizia ad interessarsi a questi temi: mentre all’intervento chirurgico si arrivava più avanti con gli anni, i trattamenti di medicina estetica possono essere effettuati in anticipo proprio perché puntano a rallentare il processo di invecchiamento”.
Quasi a scopo preventivo?
“Esatto. Avvicinarsi alla medicina estetica in età troppo avanzata rende più complesso avere dei risultati soddisfacenti. Effettuare trattamenti in anticipo, invece, fa sì che l’intervento sia graduale e quindi più semplice, consentendo di iniziare con trattamenti ad invasività minima e quindi a bassissimo rischio di effetti collaterali”.
Quindi è meglio intervenire gradualmente nel tempo piuttosto che in modo massiccio ma in ritardo?
“Sì. E qui torniamo al concetto iniziale: l’obiettivo non deve essere stravolgere la fisionomia delle persone, ma effettuare piccole correzioni. Pensi che molte delle mie pazienti mi chiedono di fare in modo che la correzione sia più naturale possibile attraverso un percorso graduale di ringiovanimento”.
Quali trattamenti esegue nel suo studio?
“Tra i trattamenti per il corpo ci sono la carbossiterapia, la mesoterapia e l’intralipoterapia, mentre fra quelli dedicati al viso spiccano i peeling chimici, la biorivitalizzazione, i filler, il microneedling, che stimola la produzione di collagene, come il biorimodellamento, e ovviamente i trattamenti con tossina botulinica”.
Rispetto a quest’ultima pratica spesso si genera confusione.
“Esatto, si tratta di un trattamento che a volte crea timore in chi si avvicina per la prima volta alla medicina estetica, perché viene associato a risultati innaturali che si vedono in alcuni personaggi dello spettacolo. In realtà si tratta di una delle pratiche più sicure, pensi che viene utilizzata anche in altre aree terapeutiche, come ad esempio la neurologia. In medicina estetica la si impiega principalmente per correggere le rughe nella parte superiore del volto, poiché rilassa i muscoli mimici”.
Per avvicinarsi alla medicina estetica è fondamentale affidarsi al professionista giusto. Come lo si può scegliere?
“È importante rivolgersi ad un medico che abbia la nostra stessa concezione di bellezza. Le mie pazienti, per esempio, non vogliono stravolgere completamente il loro aspetto. Già durante la prima visita si deve instaurare un rapporto di fiducia, per questo consiglio di rivolgersi a un professionista onesto, che non prometta risultati impossibili da raggiungere. Un altro elemento importante su cui basare la propria scelta è la qualità dei materiali e dei prodotti che il professionista utilizza. Chiaramente il paziente non ha competenze per valutarli a fondo, ma può chiedere di avere i bollini di certificazione per verificare che siano in regola e l’aspetto economico può essere un indizio: è bene diffidare da chi propone prezzi troppo bassi, perché i prodotti di qualità hanno un certo costo”.
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