L’agopuntura è considerata dal Ministero della Salute come sistema di diagnosi, di cura e prevenzione che affianca la medicina ufficiale. Questa tecnica accompagna la cura tradizionale dei pazienti di numerose branche mediche, spesso capace di risolvere una serie di problematiche senza l’uso di medicinali. L’odontoiatria si avvale dell’agopuntura per casi di ansia da poltrona, bruxismo e infiammazione del nervo trigemino, algie orofacciali: ne parliamo con la Dottoressa Giovanna Meconcelli, medico odontoiatra di Oristano con esperienza di oltre 40 anni nel campo della cura dei denti
Dottoressa Giovanna Meconcelli, partiamo dal principio: cos’è l’agopuntura?
L’agopuntura è una pratica terapeutica che, da quella tradizionale cinese, si è evoluta nel corso degli anni in forme sempre più specifiche e tecnologiche, con l’ausilio di strumenti per le microfrequenze elettriche. Oggi è utilizzata da numerosi medici di diverse branche per la cura complementare dei pazienti, in associazione alla medicina ufficiale.
Ci sono ancora resistenze verso questo tipo di pratica?
Sempre meno. Oramai le evidenze scientifiche permettono di utilizzare le tecniche previste nei protocolli di agopuntura per la cura di numerose patologie. Non a caso, per il Ministero della Salute l’agopuntura è riconosciuta fra i sistema di diagnosi, di cura e prevenzione.
In quanto medico odontoiatra lei propone l’agopuntura ai suoi pazienti: in cosa consiste?
Per specifiche patologie, possiamo sfruttare l’agopuntura per la risoluzione di una serie di problematiche. Pensiamo all’ansia da poltrona, che può causare gravi problemi alla salute dei pazienti restii alla cura dei denti per paura degli interventi. Nella maggior parte dei casi, si propone la sedazione cosciente che, d’altro canto, implica l’uso di medicinali. Con l’agopuntura, invece, si può lavorare sull’ansia che causa la paura, risolvendola senza somministrazione di farmaci.
Perché ha abbracciato la tecnica dell’agopuntura per la cura delle problematiche odontoiatriche?
Dopo anni di osservazioni, mi sono resa conto che non sempre è sufficiente l’utilizzo delle tecniche tradizionali o che, talvolta, alcune pratiche possono essere più efficaci di altre. Questo è il caso delle patologie legate al trigemino, direttamente collegato al dolore dell’apparato dentale. Stimolando il padiglione auricolare, neuroriflesso, si può agire riequilibrando lo stato di salute del paziente.
Quali altre patologie possono essere risolte con l’agopuntura?
Oltre all’ansia da poltrona e le alterazioni del trigemino, si può agire con l’agopuntura per la risoluzione del bruxismo, lo scivolamento delle arcate dentali, ma anche sulla cefalea. Si può proporre questa tecnica anche per la gestione dello stress del paziente oncologico, con l’agopuntura che nel tempo ha saputo evolversi sfruttando le moderne tecnologie. Basti pensare che, oltre alla tradizionale pratica cinese, l’agopuntura sfrutta microfrequenze elettriche per la stimolazione di specifici punti.
Quale consiglio si può dare ai pazienti che desiderano curarsi con l’agopuntura?
Rivolgersi agli esperti del settore è fondamentale, perché la pratica dell’agopuntura, regolamentata in maniera severa dal Ministero della Salute, non è misticismo ma una tecnica concreta da associare alla medicina ufficiale. Per questo è fondamentale che il medico al quale ci si rivolge sia associato ad uno degli enti appartenenti alla Federazione Italiana delle Società di Agopuntura.
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