Quale è il rischio di cui le persone sono meno consapevoli?
«Siamo ancora poco educati a fare una corretta pianificazione finanziaria che includa anche la protezione rispetto ai rischi a cui siamo maggiormente esposti, proprio perché siamo ancora poco consapevoli di quanti e quali servizi stiamo perdendo e di quali e quanti siano rischi legati all’evoluzione della società e del sistema di welfare. Penso, ad esempio, a tutti i rischi collegati all’allungamento della vita e alla non autosufficienza».
In questo contesto l’assicuratore assume anche un ruolo sociale?
«Focalizzandosi così tanto su problematiche quotidiane e concrete, le persone spesso non riescono a soffermarsi a riflettere su altre situazioni importanti che comunque li riguardano. Mi riferisco ai rischi a cui sono esposte e alle conseguenze economiche che potrebbero derivarne. È proprio questa la prima, e forse la principale, utilità che un assicuratore può dimostrare: far cadere l’attenzione delle persone sugli eventi imprevisti, anche improbabili, ma per assurdo possibili, che in tanti modi possono compromettere la serenità economica, attuale e futura, di ognuno di noi. Pertanto, un bravo assicurato deve aiutare le persone a trovare le soluzioni più adatte a mitigare le conseguenze economiche degli imprevisti, insieme all’aiutarle ad individuare i rischi rispetto ai quali è bene tutelarsi».
Come si sono evoluti i rischi della famiglia?
«Oggi, come in passato, il benessere di una famiglia si poggia sul reddito prodotto dalle persone che la compongono: la necessità di tutelarsi dagli eventi imprevisti che minacciano di compromettere la capacità di produrlo è sempre una priorità. L’incidenza del lavoro autonomo, meno tutelato, è sicuramente cresciuta, ma il fatto che a generare reddito non sia quasi mai più solo una persona rende più gestibile la temporanea incapacità di uno dei membri di lavorare. Certo, la perdita definitiva della capacità lavorativa rimane comunque un problema grave e, in tal senso, continua ad essere consigliabile presidiare i rischi di vita e invalidità permanente da infortunio e malattia. Queste coperture assicurative sono molto importanti in quanto a livello statale i sussidi sono molto bassi».
E riguardo alla casa?
«La casa non è solo il luogo in cui si abita: è il bene rifugio per eccellenza. L’opportunità di stipulare una polizza assicurativa che preveda la copertura da rischi come incendi, alluvioni, eventi sismici può far dormire sonni più tranquilli. Inoltre, su questo tipo di assicurazioni è possibile usufruire della detrazione fiscale del 19%».
Secondo lei c’è ancora reticenza nell’assicurarsi?
«Le tutele assicurative sono percepite come un costo, ma in realtà sono fondamentali per la protezione del patrimonio della famiglia e consentono di affrontare con maggior sicurezza sia i possibili imprevisti che possono capitare nel corso della vita. A onore del vero, sta cambiando la cultura delle persone e oggi sempre più giovani famiglie stanno cambiando le loro priorità sui rami vita e casa. Anche rispetto al tenore di vita in età avanzata, la tendenza è quella di costruirsi in anticipo una rendita vitalizia, mettendo a disposizione gli strumenti più adeguati per costruirsi una pensione integrativa».
Cosa ne pensa della proliferazione di polizze online?
«Quando si acquista una polizza online, si rinuncia innanzitutto alla consulenza personale per la scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze. Il nostro interlocutore, infatti, diventa un call center e il risparmio di fatto è solo apparente. È invece fondamentale seguire il cliente, fornirgli un recapito cellullare ed essere reperibili anche la domenica. Insomma nel nostro settore si cerca affidabilità ma anche umanizzazione del rapporto che non si risolve con un call center. In questo, quindi, la differenza la fa spesso l’assicuratore non la compagnia. L’emergenza sanitaria in corso, infatti, ha reso gli agenti più consapevoli dell’importanza del loro lavoro. La vicinanza ai clienti, anche e soprattutto durante il lockdown, ha sottolineato l’importanza del sapersi distinguere».
L’assicuratore come punto riferimento…
«Si perché in un mercato altamente competitivo e saturo di proposte da parte di broker, banche, poste, compagnie on line è fondamentale rivolgersi a chi ha esperienza alle spalle e una struttura consolidata con anni di attività. Ovviamente poi non si devono vendere prodotti ma soluzioni su misura e sulla base delle esigenze delle persone. Sono convinta che un agente di assicurazioni oggi per essere presente sul mercato può differenziarsi solo nella misura in cui offre un buon servizio al cliente, perché altrimenti il cliente non lo segue. Come agenzia cerchiamo di offrire al cliente il prodotto giusto e seguirlo nel momento del bisogno».
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