Consolidamento e bonifica di pareti rocciose, opere di ingegneria naturalistica, lavori speciali eseguiti con tecniche alpinistiche: la Pellegrini Consolidamenti di Narni (Tr) vince ogni giorno la battaglia contro i dissesti idrogeologici, in Italia e anche all’estero – Intervista all’amministratore, Fabrizio Pellegrini

Fabrizio Pellegrini, parlare di dissesti idrogeologici significa toccare uno degli aspetti più delicati della protezione del territorio nazionale. Allora entriamo subito nel merito: quali sono i campi di intervento della Pellegrini Consolidamenti?
«Sono molteplici e tutti piuttosto complessi. Si va dal consolidamento di pareti rocciose e pendii, alle opere di messa in sicurezza stradale e ferroviaria, per arrivare ai grandi progetti di ingegneria naturalistica, dove la prevenzione e la salvaguardia ambientale vanno di pari passo. Senza dimenticare interventi speciali di vario genere, come la pulizia delle dighe, ispezioni a pozze e condotte, manutenzione di pale eoliche. Insomma, tutti i lavori dove si può operare su corda».

Si va dal sottosuolo alle grandi altezze: uno spettro di intervento davvero ampio. Quali sono le caratteristiche che permettono alla Pellegrini Consolidamenti tale versatilità?
«Derivano tutte dal nostro background. In primo luogo, l’esperienza che abbiamo alle spalle (Fabrizio Pellegrini svolge questo lavoro da oltre 30 anni, ndr), la formazione del personale – tutti in possesso di attestati di qualificazione – per eseguire lavori in corda. E poi macchinari ed attrezzature specifiche, dalle perforatrici agli elicotteri per trasportare il materiale necessario. Tutto questo si riflette positivamente sulla rapidità di intervento e sulla capacità di operare contemporaneamente su più fronti».
Infatti proprio mentre stiamo parlando, i vostri tecnici sono al lavoro in sei cantieri distinti, dal Piemonte alla Calabria…

«La nostra forza è proprio l’alta specializzazione: ci occupiamo soltanto di dissesti idrogeologici, nelle varie declinazioni che abbiamo visto, unendo tutte le fasi dei lavori. Uno staff di geologi e tecnici permette di accelerare le procedure: dalla relazione iniziale all’intervento sul posto delle nostre squadre di rocciatori, siamo sempre immediati e tempestivi».
Ecco, per contro ci sono altre aziende che partecipano all’assegnazione degli appalti nel vostro stesso ambito e che magari non hanno nemmeno un rocciatore come dipendente…
«Senza entrare nel merito di ciò che fanno gli altri, certo è che si tratta di un meccanismo paradossale. Nel senso che le stazioni appaltanti spesso affidano questi lavori ad aziende che hanno i requisiti solo sulla carta o che addirittura non hanno rocciatori nel proprio organico e che poi li girano in subappalto, ignorando la nostra realtà che ha tutti i requisiti per risolvere le problematiche in maniera autonoma».
Senza contare che spesso entrano in concorrenza diretta con voi anche aziende che fanno molte altre cose, dall’asfalto al movimento terra. Forse servirebbe una maggiore trasparenza nell’avviare le varie procedure di assegnazione delle commesse?

«Sicuramente servirebbero procedure più chiare e regole certe per tutelare le diverse professionalità. Nel nostro settore è estremamente importante perché lavoriamo in un settore altamente specializzato e quasi esclusivamente con gli enti pubblici, dalla rete ferroviaria italiana alle varie Regioni, Province e Comuni. La qualità assicurata dovrebbe essere una chiave di volta nel valutare l’assegnazione di un certo lavoro».
Già, soprattutto in riferimento all’attualità, con le continue catastrofi che colpiscono l’Italia. Ma in futuro migliorerà la sicurezza del territorio?
«Ancora è presto per dirlo, ma di certo c’è un maggior rispetto della dimensione ambientale, con risorse maggiori stanziate sulla prevenzione. Spesso si deve lavorare proprio per ripristinare un equilibrio con la natura che non c’è più. Faccio solo un esempio: una maggiore attenzione alla prevenzione e alla regimentazione delle acque, consentirebbe di evitare eventi facilmente prevedibili. Si deve lavorare in modo sistematico per ridurre questi rischi».

E per quanto riguarda il futuro di Pellegrini Consolidamenti?
«Abbiamo da poco concluso un importante lavoro in Albania, dove siamo in fase di trattativa per un’ulteriore commessa; oltre ad importanti appalti già acquisiti in Italia con Astaldi e Telecom, solo per citarne alcuni. Spero in un futuro aziendale solido, frutto dell’impegno, professionalità e competenza che ci contraddistinguono e che ci hanno permesso in questi anni di crescere costantemente fino a diventare un’elite tra le prime cinque in Italia nel settore dei consolidamenti e dei lavori su corda. Mi auguro inoltre che questa importante realtà sia oggetto di più attenzione da parte delle stazioni appaltanti, che invece spesso si affidano ad aziende che di altamente specializzato hanno ben poco, sia come personale qualificato che per quanto riguarda le attrezzature per eseguire i lavori. Mi auguro un’inversione di tendenza in questo senso».
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