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Gianfranco Sanna: “Le aziende di oggi hanno bisogno di affidarsi a persone preparate sugli strumenti istituzionali, sui mercati e sulle banche. C’è bisogno di investire su figure complete capaci di guidarle nel post Covid-19”

23/10/2020
in Interviste
Gianfranco Sanna

Gianfranco Sanna

Gianfranco Sanna, 35 anni ma un background in linea con le esigenze di oggi. Un profilo internazionale che parte da Olbia, passa per la laurea a Bologna, arriva a un Master a Bruxelles e approda a Google nell’ambito del progetto “distretti sul web” prima di ritornare in Sardegna dove diventa presidente territoriale di Conflavoro PMI, rappresentante della Regione Sardegna presso l’Associazione italiana Giovani per l’Unesco e rappresentante provinciale del Segretariato Sociale “Rialziamo Italia-Olbia” che offre assistenza ai sovra-indebitati. Oggi Co-Founder e Amministratore della Restart Consulting srl, una società con sede a Olbia e con sedi locali nel resto della penisola che si occupa di far crescere e sviluppare le imprese, le quali hanno bisogno di sviluppare il proprio business, di accedere a finanziamenti e ai contributi pubblici nazionali e comunitari e a migliorare le performance della propria organizzazione. In un contesto complicato come questo che stiamo attraversando, l’imprenditore oggi deve trovare un buon consigliere che lo supporti e gli dia i giusti consigli per affrontare la tempesta.

Gianfranco, ci sono aziende già esistenti e altre che si affacciano o vorrebbero entrare nei mercati ma riscontrano gravi problemi, alcuni falliscono o rinunciano, come mai secondo lei?
<Ci sono tante problematiche che accomunano le imprese, anche se parliamo di imprese che non hanno a che fare tra loro per mercato di riferimento, posizione geografica o target. In quasi tutte le imprese in difficoltà si riscontra una mancanza di fiducia che non permette di vedere le soluzioni, c’è una ricerca forte di opportunità di business ma continuano a non uscire dalla routine: non c’è il tempo materiale di cogliere le opportunità offerte dal mercato e dalle Istituzioni pubbliche>

 

 

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Gianfranco Sanna
Gianfranco Sanna
Gianfranco Sanna

Se dovessimo elencare le difficoltà maggiori con cui devono fare i conti le imprese, quali sono le più importanti?
<La prima è la mancanza di analisi del mercato cui ci si vuole rivolgere, seguita spesso da analisi non adeguate degli investimenti. Tra i problemi è curioso non trovare la mancanza di fondi, perché chi vuole fare affari parte dal fatto che servono i soldi. Anche se non è del tutto vero. Spesso ne occorrono meno e ancor più spesso si sbaglia come impiegarli>

Non servono soldi per fare impresa?
<Magari meno di quel che si pensa. Senza dubbio manca la cura dei rapporti con le banche e ancor di più non vengono fatti controlli di gestione e non si va a capire come sfruttare le opportunità offerte dalle Istituzioni Pubbliche e soprattutto iniziare a pensare a fare rete con le altre imprese, per esempio>

Tutta colpa degli imprenditori?
<Non solo. Anche la Pubblica amministrazione non esce indenne. Siamo in un momento in cui si sta diffondendo una sorta di “concorrenza istituzionale” dove Comuni e altri enti locali si attivano per proporre aiuti e contributi. Alcuni si e altri no. Chi fa impresa non sa come accedere a queste risorse oppure non riesce a reperire notizie chiare su come poter accedere da parte degli sportelli pubblici che dovrebbero essere preposti a questo ruolo>

Quindi oggi se si vuole fare impresa, di chi o di cosa si ha bisogno?
<C’è bisogno di avvalersi di consulenti esperti che aiutano le imprese a uscire da dinamiche vecchie dove si guardava solo al vicino di capannone. Il commercialista esperto è una figura importantissima ma è anche vero che è una figura professionale che è oberata dalle scadenze e dagli adempimenti tributari. Un consulente moderno coadiuva il commercialista nella gestione rapporti con le banche, nella verifica del mercato di riferimento, nell’utilizzo di strumenti istituzionali e infine nella comprensione degli attori coinvolti e quelli eventuali da coinvolgere. Diamo una mano ai commercialisti nell’offrire alla propria clientela un’assistenza completa e specialistica: un cliente che va bene, dà meno problemi e paga la parcella più volentieri>

Ritiene che si sia persa la capacità di creare un’impresa?
<Credo che sia cambiato il paradigma. Diciamo che troppo spesso non si trovano le soluzioni e si commette l’errore di non affidarsi a chi le soluzioni è capace di crearle. Spesso le idee buone ci sono, non è che non ci sono più. Solo che manca qualcosa, o qualcuno, capace di “unire i puntini”. Un tempo bastava un capannone, un’idea e si produceva qualcosa, profitto anzitutto. Oggi c’è bisogno di andare oltre, di analizzare tutti gli aspetti di un’idea imprenditoriale. Non basta un buon punto di partenza, non è sufficiente solo il capitale, perché c’è il rischio altissimo di sprecare un patrimonio di idee e di denaro per non aver ragionato in maniera corretta nello spazio e nel tempo. Anche un bravo imprenditore si deve far guidare>

Ma i consulenti costano troppo …
<Altra convinzione errata. Anche dei consulenti si pensa di poter o dover far a meno perché si è convinti che costino troppo. Il problema è che poi si corre il rischio di avere delle perdite che il consulente (e quindi il suo costo) avrebbe evitato. Basti pensare a finanziamenti non ottenuti, agevolazioni non raggiunte, analisi imprecise, fondi cui non si è avuto accesso oltre che aiutare ad evitare la tragica moltiplicazione degli errori>

Come si fa a scegliere un bravo consulente?
<Anzitutto il background. Bisogna verificare il vissuto e come ha gestito altre situazioni. Può sembrare riduttivo ma anche “passaparola” è uno strumento valido. Il consulente deve essere parte integrante del progetto, non deve risultare una figura staccata ma inserita nel contesto. Il punto di forza di questa figura oggi sono le relazioni, le competenze sono importanti ma non bastano>

Cioè? Se volessi puntare a un mercato estero non dovrei affidarmi a chi non ha mai avuto esperienze all’estero?
<Io mi fiderei di chi ha conosciuto altre realtà e altri mercati. Di chi sappia accedere ai fondi europei per esempio, chi ha una rete di conoscenze non solo di persone ma anche di dinamiche. L’insularità è un fatto mentale ed è un’altra causa di fallimento dei progetti>

Se un dizionario decidesse di inserire il verbo da lei coniato “startuppare” quale definizione dovrebbe dargli?
<È un verbo che potrebbero coniugare tutte le aziende, giovani e meno giovani se si affidassero a chi è in grado di rilanciarle o perfino di ricostruire o migliorare la loro idea di business. È quell’azione che definisce un’idea di imprenditoria che si vuole lanciare sul mercato ma con la solidità necessaria nella prossima era del post covid. Nel dizionario dei sinonimi invece troveremo “ricostruire”, “rilanciare” azioni comuni a chi era già presente sul mercato ma è andato in difficoltà, e a chi vorrebbe fare impresa ma non ci riesce oppure ha iniziato e non sa come andare avanti.

La ricetta vincente ha ingredienti noti come idee e risorse, ma qual è l’ingrediente da aggiungere?
<I soldi sono importanti, ma non basta avere il capitale. Le idee nuove sono quelle che risulteranno vincenti, ma non è sufficiente avere una buona idea. Le conoscenze aiutano ma non ci si può affidare a chi non ha le competenze giuste. L’ingrediente da considerare (non più segreto) è qualcuno con una forte rete di relazioni, con una conoscenza del mercato globale, capace di destreggiarsi nella concorrenza istituzionale. Perché fare impresa è anche individuare e raggiungere capitali e soluzioni inesplorate, ma che ci sono. Sono solo più lontane del capannone del vicino>.

 

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Leggi anche Restart Consulting: un team di professionisti nell’era della pandemia capaci di reinventare e rilanciare le imprese

Leggi l’approfondimento Ansa Programmazione e rinascita: le nuove strategie secondo Gianfranco Sanna

Tags: Gianfranco SannaRestart Consulting OlbiaSardegna

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