Il direttore tecnico della Koppel A.W., azienda parmense leader nella progettazione e installazione di ascensori, ci svela come creare l’impianto su misura: «In questo settore è essenziale capire il legame tra prodotto e servizio»
Ing. Iotti, lei oltre al ruolo operativo nella Koppel A.W., azienda con esperienza sessantennale nel comparto ascensori, è un riferimento tecnico-normativo dell’ANACAM (Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori) e partecipa attivamente alle commissioni normative in Italia e in Europa. Vediamo brevemente le ultime novità in materia
«Una premessa: si dice spesso che l’Italia sia fanalino di coda in molti campi legislativi e normativi. Bene, per quanto riguarda il mondo degli ascensori, siamo invece all’avanguardia in Europa. Facciamo da traino per la stesura di diverse norme, ed abbiamo influenzato positivamente anche la direttiva ascensori del 1999. Legge che è stata recentemente aggiornata, incrementando i requisiti di sicurezza».
A proposito di sicurezza: che cosa intende?
«Sicurezza significa agire in una duplice declinazione: accanto al concetto “originario” di safety, ora si affaccia quello di security. Il primo campo determina che l’impianto non faccia correre rischi agli utenti ed ai manutentori. Eliminando tra le altre cose i pericoli accessori, quali i comportamenti in caso di incendio e di sisma, e qui le relative normative andrebbero applicate in modo più ferreo.
Per quanto riguarda la security?
«Questo è un tema su cui la gente è sempre più sensibile, in quantol’ascensore può essere un mezzo utilizzato dai ladri per intrufolarsi negli appartamenti serviti direttamente. Un apposito lettore digitale o un telecomando per lo sblocco consentono ai proprietari di dormire sonni più tranquilli. Ma anche sicurezza personale: pensiamo ad una donna che può subire un’aggressione in cabina. Una telecamera a circuito chiuso può fungere da utile deterrente».
Vediamo ora la realizzazione di un impianto: quali sono i passaggi?
«Il mercato è frazionato in due settori: alcuni costruttori considerano l’impianto alla stregua di una commodity, quindi si prescinde da ogni aspetto qualitativo che vada oltre al minimo, mentre i privati e gli architetti richiedono interventi custom, specie su edifici preesistenti non ancora dotati di ascensore. Quindi si dialoga sui particolari, si sceglie insieme la soluzione più adeguata e si procede alla realizzazione. Ma questo è solo il primo passo..».
Non è sufficiente il montaggio?
«Guardi, in questo settore c’è un legame indissolubile tra il prodotto acquistato e il servizio erogato con continuità: mi riferisco alla manutenzione, alle verifiche periodiche, agli aggiornamenti per impianti che possono, ad esempio, essere dotati di un sistema di controllo da remoto e componentistica tecnologica aggiornata, anche perché il parco impianti italiano è il più vecchio del mondo».
Quali rischi si possono correre acquistando un ascensore senza tenere conto di tutto ciò?
«Sono diversi ed importanti. Il fatto è che il cliente li scoprirà nel corso del tempo a suo spese. Parlando di assistenza in caso di emergenza, questa deve essere tempestiva. Non basta dire “facciamo servizio h24”: bisogna davvero essere presenti perché in caso di mancato intervento possono esserci conseguenze legali per gli stessi proprietari, se un utente rimane intrappolato per più del dovuto nell’ascensore. Un’adeguata manutenzione può ridurre il numero medio di guasti, i quali, oltre ad essere un disagio di per sé, rappresentano costi aggiuntivi».
Lasciando da parte gli edifici nuovi residenziali, parliamo di quelli già costruiti, magari privi di ascensore o con ascensori vetusti. Come si può intervenire?
«Serve grande flessibilità progettuale e di installazione. Spesso si lavora in spazi proibitivi, e bisogna cercare di non essere invasivi. Bisogna poi collaborare con progettisti, imprese edili ed elettricisti per la realizzazione di progetti chiavi in mano. Inoltre si deve informare il cliente sulla pratiche burocratiche necessarie per ottenere le dovute detrazioni fiscali».
Ingegnere, so che la Koppel A.W., si occupa anche della fabbricazione di componentistica, come quadri di manovra e cabine. Ma voglio insistere sugli interventi di ristrutturazione: come si può migliorare un ascensore senza cambiarlo?
«Si può adeguare sotto molteplici aspetti. Al di là della questione sicurezza, che è quella principale, si può agire ad esempio sulla rumorosità, sul risparmio energetico, sull’accessibilità a tutti. A tal proposito, ricordo che il problema non è tanto nei consumi, quanto nell’entità dell’allaccio di potenza. Ma anche altri piccoli aggiustamenti, come togliere il fastidioso scalino provocato da un mancato allineamento con il piano e in generale migliorare l’accessibilità per i disabili, si fanno senza problemi».
Per schematizzare possiamo dire che ci sono due tipologie di aziende che operano nel comparto: le piccole imprese artigianali e i grandi gruppi. A chi conviene rivolgersi?
«Non sarò io a dirlo perché ognuno deve fare le sue valutazioni e trovare nell’azienda un partner affidabile in grado di soddisfarle. In realtà, all’interno della categoria cui accennava, ci sono le medie imprese. Sono strutturate, hanno competenze trasversali, pur mantenendo una versatilità artigianale. Le grandi hanno una serie di vantaggi soprattutto sulla competitività del prodotto standard, ma forse sono un po’ sguarnite su questo punto».
La localizzazione è essenziale?
«Esatto, proprio per un discorso di velocità che segna in modo netto il perimetro. Non bisogna oltrepassare in genere gli spostamenti che richiedono più di un’ora. Faccio il nostro esempio: pur essendo flessibili, non potremmo offrire il servizio al di fuori delle province limitrofe di Parma, se non tramite la collaborazione con altre aziende come la nostra. La localizzazione è croce e delizia».
Per concludere, lei è anche presidente del “Gruppo imprese artigiane e PMI” affiliate a Confindustria di Parma. Vede una ripresa?
«Collaboriamo da decenni con le industrie del territorio e questa carica, l’opportunità di rappresentarle nella loro interezza, è per me motivo di orgoglio. Pensi che già dagli anni ’60 abbiamo sviluppato grandi ascensori per merci, partendo dal settore dei salumifici che producono il notissimo Prosciutto di Parma, ma anche il salame di Felino, il culatello e altri prodotti rinomati. Abbiamo accompagnato le aziende negli anni bui della crisi ed ora sembra davvero esserci la luce in fondo al tunnel. Noi di Koppel A.W. saremo sempre al loro fianco».
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