Sono in forte aumento i casi di Text Neck, la cosiddetta malattia da smartphone, provocata cioè dal trascorrere troppo tempo nella posizione che si assume per guardare lo schermo del cellulare. Tenere il collo piegato in avanti, infatti, a lungo andare crea problemi alla colonna vertebrale. Per dare un’idea di quanto la situazione possa essere pericolosa sono i dati: i millennial, per esempio, guardano lo schermo di tablet e smartphone per 3,7 ore al giorno, pari a 56 giorni all’anno. Ne parliamo con Joseph Luraschi, Dottore Chiropratico con anni di esperienza.
Luraschi, quali sono le conseguenze della sindrome Text Neck?
“Sono piuttosto varie. Si va da dolori muscolari e cervicali fino a mal di testa, problemi visivi, stress, tensione e nei casi più complessi anche problemi di schiena curva. Ma sono presenti anche casi di difficoltà a dormire o legate alla digestione”.
Oggi tutti utilizziamo lo smartphone, quindi il problema riguarda sia adulti che ragazzi. Quali sono le caratteristiche principali della sindrome Text Neck tra i più giovani?
“Sicuramente i ragazzi hanno tempi di recupero più rapidi, quindi possono guarire più velocemente, ma proprio perché iniziano ad utilizzare lo smartphone in età sempre più precoce bisogna intervenire per evitare che il problema si cronicizzi. Fino ai 18 anni, infatti, la colonna vertebrale cresce, perciò è importante agire subito, anche in maniera preventiva”.
Come si può intervenire?
“Puntando sui concetti di educazione, correzione e prevenzione. Cioè con esercizi leggeri, da fare anche a casa, per correggere la postura. Il consiglio è di rivolgersi al chiropratico, che si occupa proprio dei tre aspetti che ho citato e può intervenire in maniera preventiva anche sui più giovani senza l’utilizzo di farmaci ma semplicemente con pratiche manuali una volta fatta l’anamnesi completa e individuato il problema. Oltre alla manualità è importante rivolgersi al proprio chiropratico in maniera costante per correggere gli errori quotidiani che tutti noi abbiamo anche solo nella postura”.
Il problema, come detto, coinvolge anche gli adulti. Quali sono le differenze nell’approccio?
“Sicuramente gli adulti sono più attenti nell’osservare le indicazioni, mentre con i ragazzi serve anche un lavoro di motivazione e di convincimento ad effettuare gli esercizi. Dall’altra parte, però, nelle persone più in là con gli anni la regressione del problema procede più lentamente e i pazienti hanno dolori più forti. Anche per loro il consiglio è di rivolgersi al chiropratico”.
Ogni quanto lo si dovrebbe fare?
“Se si tratta del primo approccio con la chiropratica e ci si reca dal professionista per eliminare un dolore serviranno circa 5 o 6 sedute, una alla settimana, per tornare alla normalità. Dopodiché è consigliabile continuare con appuntamenti periodici per mantenere quanto ottenuto e per prevenire lo sviluppo di altre criticità. Io stesso mi faccio controllare ogni due settimane”.
Come si sceglie il chiropratico più adatto alle proprie esigenze?
“Innanzitutto è importante affidarsi ad un professionista, quindi il primo consiglio è di informarsi sulla persona cercando il suo nome sul sito dell’Associazione italiana chiropratici per vedere se è abilitato all’esercizio della professione. In secondo luogo oggi è possibile cercare su internet e leggere le recensioni di chi si è già rivolto al professionista prescelto, anche questo piò essere molto utile”.
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