Le Residenze sanitarie assistite possono diventare la seconda casa di anziani e categorie fragili, laddove riescano a creare un ambiente protetto e un clima di familiarità tramite assistenza continua e qualificata. E possono trasformarsi in una prerogativa per tutti quando offrono il soggiorno ad un costo accessibile. A spiegare come è possibile far sposare questi due elementi è Francesca Signani, infermiera e titolare della Rsa La Fontana d’oro, che da vent’anni assiste anziani autosufficienti e non a Fivizzano, in provincia di Massa Carrara.
È vero che spesso le famiglie si sentono a disagio a far assistere un proprio caro in una Rsa?
Si, diciamo che c’è questa visione, che è più che altro un luogo comune, che affidare il proprio familiare alle cure di una Rsa è una forma di abbandono. È un po’come quando i genitori si trovano a lasciare il proprio figlio all’asilo nel primo giorno di scuola e lui non ci vuole stare. Scatta il senso di colpa. Ma bisogna considerare che molti anziani, se accolti in un ambiente socialmente stimolante, migliorano la propria vita e spesso non vogliono tornare indietro. Nella nostra struttura a conduzione familiare, ad esempio, gli utenti e i nostri operatori e animatori hanno un legame molto stretto, e sono come una grande famiglia.
Perché allora, secondo lei, le famiglie hanno questa preoccupazione?
Beh, perché in molti confondono le Rsa con le case famiglia o con le case di riposo, che sono istituzioni importantissime ma non adatte, ad esempio, ad ospitare persone non autosufficienti, che hanno bisogno di cure e sostegno specifici. Nel peggiore dei casi quando si pensa ad una struttura alla quale affidare il proprio caro si immaginano dei luoghi affollati dove le persone diventano numeri e vengono abbandonate al proprio destino. Nelle Rsa, invece, ci sono operatori sanitari qualificati che assistono ogni singolo paziente, anche quello più grave, con premura e attenzione. Ecco, c’è un po’ di diffidenza dovuta a questa confusione.
Ma anche all’interno delle Rsa ci sono delle differenziazioni da fare…
Certo. Tutte le Rsa hanno una normativa e protocolli comuni da rispettare, poi ci sono delle differenziazioni da fare. Le più grandi possono arrivare ad ospitare anche 100 persone, altre fanno la scelta di essere più piccole, come noi. Un altro fattore importante da verificare è la posizione geografica e la disponibilità degli spazi, tanto più in questo momento emergenziale. Da questo punto di vista, ad esempio, noi siamo privilegiati perché siamo immersi in uno dei parchi più belli della Toscana e, per quanto riguarda gli spazi, abbiamo un giardino, una palestra e anche la cucina interna.
A proposito di questo, quanto è importante l’alimentazione per gli utenti?
Si sa, mangiar bene giova al corpo e alla mente. Tra i vantaggi di avere una cucina interna c’è quello di poter servire cibo sempre fresco con pane, frutta e verdura della giornata. Qui da noi, ad esempio, si può persino scegliere il menu. Un altro dei vantaggi è quello di poter adeguare il cibo alle esigenze personali e, se necessario, modificare la preparazione dei cibi per renderli più adatti ai cambiamenti fisici di ogni persona.
Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, quali sono gli elementi più importanti?
Come vi accennavo, tutte le Rsa hanno dei precisi parametri e protocolli sanitari da rispettare. Però quando si sceglie una struttura sarebbe importante informarsi anche su altri elementi. Uno di questi è la presenza di animazione specializzata, adatta anche agli ospiti con problematiche più delicate, col fine di accertarsi che tutti partecipino alla vita di comunità e che abbiano la possibilità di passare il tempo insieme. Consiglio anche di verificare la presenza di personale qualificato in ogni momento della giornata e il numero degli operatori, perché naturalmente è più facile seguire i singoli utenti quando ci sono più professionisti a farsene carico.
Però quanto mi costa una struttura con tutte queste caratteristiche?
Ma guardi, oggi avere la possibilità di far soggiornare il proprio caro in una struttura di qualità ha un costo che di fatto è accessibile a molte più famiglie, soprattutto grazie al contributo che alcune Regioni mettono a disposizione delle Rsa, che in alcune strutture, come la nostra, arriva ad essere una quota del 50% della retta finale. Ma anche senza il contributo, spesso è possibile andare incontro alle famiglie in difficoltà cercando di far pagare una retta meno costosa, una soluzione che spesso permette di risparmiare anche rispetto all’assunzione di una badante.
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