La protezione della salute umana e dell’ambiente dagli effetti dell’uso di contaminanti chimici e biologici è una tematica rilevante per la salute pubblica e per l’ecologia. Bisogna ridurre l’utilizzo di prodotti anche nella disinfezione e disinfestazione degli ambienti di privati e imprese e per farlo è necessario ricorrere ai consigli e alla consulenza di persone esperte, che lavorano con professionalità e tecnologia adeguate. A spiegarlo è il biologo Lodovico Marenghi, fondatore e Presidente di Bios, azienda piacentina che dal 1976 lavora nel settore della sanità ambientale e sicurezza alimentare.
Quanto sono importanti disinfezione e disinfestazione e che differenza c’è tra i due interventi?
La ringrazio per questa domanda perché è importante fare un po’ di chiarezza. Per disinfezione si intende l’applicazione di agenti disinfettanti di natura chimica o fisica capaci di ridurre il carico microbiologico presente sulle superfici o disperso nell’aria e presente nell’ambiente. Ne sono un esempio tutte quelle attività che oggi si mettono in atto per la prevenzione del contagio da Covid19. Per disinfestazione, invece, si intende quel complesso di operazioni e procedimenti che hanno l’obiettivo di allontanare, ridurre o eliminare insetti o animali infestanti, considerati pericolosi per la salute. La disinfestazione è più precisamente l’attività del Pest Control, cioè il controllo e la regolazione di specie considerate infestanti.
Queste attività si possono fare da soli nelle case e nelle imprese?
Diciamo che, soprattutto tra i privati, ma anche nelle piccole aziende, è piuttosto diffusa questa cultura del fai-da-te, che però spesso comporta dei rischi: o perché si usa il prodotto non idoneo o perché si usano le tecniche sbagliate. Ad esempio, fra i vari principi attivi, l’alcol denaturato si pensa sia un potentissimo disinfettante, ma in realtà è piuttosto blando. Infatti per la disinfezione professionale sarebbe meglio usare, ad esempio, il perossido di idrogeno o i sali quaternari di ammonio, che sono prodotti che utilizzano i professionisti del settore.
Dunque con il fai-da-te non si risolve il problema?
Nella maggior parte dei casi no. Le spiego il perché. Quando si trova un parassita in casa o in azienda, ad esempio uno scarafaggio, non basta utilizzare il prodotto neutralizzante giusto e in modo corretto, cosa peraltro molto difficile, ma per eliminare il problema alla radice bisogna interrogarsi sulle ragioni dell’arrivo degli infestanti all’interno della casa o dell’azienda. Per far questo noi, ad esempio, studiamo la dislocazione dell’edificio, le abitudini di chi lo abita o ci lavora, dove vengono tenuti i rifiuti e se i contenitori sono aperti, se alle finestre e alle porte sono presenti protezioni. In base allo studio di questi ed altri fattori riusciamo a dare consigli qualificati per evitare l’insorgere dell’infestazione stessa e siamo in grado di realizzare il sistema più efficace per allontanare la minaccia.
E’ importante la prevenzione per ridurre l’impatto ambientale in queste attività?
Programmare gli interventi e adottare le giuste abitudini di vita o di lavoro aiuta a tutelare sia le specie animali che l’ambiente, in quanto si può ridurre al minimo l’utilizzo di prodotti chimici. Noi, come vi dicevo, tra le altre cose, diamo una serie di suggerimenti mirati per ogni situazione per far sì che non arrivino infestanti come roditori e insetti parassiti. Questi interventi non vanno effettuati una tantum ma con cadenza regolare. A volte piuttosto che uccidere l’infestante, si può semplicemente “allontanarlo”. Le faccio un esempio: se c’è un nido di vespe vicino alla nostra casa, piuttosto che eliminarlo, si può dislocarlo in un altro luogo idoneo, come spesso facciamo noi utilizzando strumenti e tecniche appropriate che il comune cittadino non conosce. Rimanendo nell’esempio, per intervenire su un nido di vespe bisogna sapere gli orari appropriati in cui realizzare l’operazione, che altrimenti rischia di non avere nessuna efficacia.
Quali sono gli altri fattori utili per ridurre l’impatto ambientale?
Per fare una scelta ecologica è importante conoscere i prodotti che si utilizzano. Le sostanze devono avere un impatto ambientale il più ridotto possibile e non devono essere dannose per la salute di chi abita o lavora nei locali oggetto di disinfestazione o disinfezione. Inoltre è necessario, soprattutto nel mondo della disinfestazione, scegliere prodotti definiti “specie specifici”, mirati cioè all’eliminazione della sola specie dannosa, in modo da ridurre gli effetti collaterali negativi. Si pensi all’evoluzione che hanno avuto i diserbanti e gli antiparassitari in ambito agricolo, siamo passati da prodotti che “distruggevano tutto” a prodotti che vanno a colpire solo la minaccia. Altro aspetto da non sottovalutare è quello dell’impiego delle quantità idonee a risolvere il problema, senza eccedere. Bisogna sfatare il mito del “più veleno più efficacia”.
Che ruolo gioca la tecnologia in tutto questo?
La tecnologia attualmente ha due ruoli importanti. Il primo è quello che riguarda l’utilizzo di prodotti e strumenti innovativi e il secondo interessa il sistema dei controlli e della reportistica. Ad esempio, nell’erogazione delle sostanze, ci sono tecnologie che permettono un bassissimo impatto sull’ambiente e sulla salute, sistemi di nebulizzazione che consentono di graduare puntualmente il miglior quantitativo di prodotto rispetto all’obiettivo. Quanto al secondo aspetto, dal momento che è sempre più importante, soprattutto per le imprese, certificare e produrre attestati in vista dei controlli delle Autorità Sanitarie, c’è stata una forte evoluzione della reportistica. Basti pensare che prima si compilavano dei fogli a mano mentre oggi si usano barcode, sistemi digitali e rapporti con tanto di grafici per monitorare gli andamenti nel tempo delle situazioni in azienda. Per questi due aspetti, nel caso della sanità ambientale e sicurezza alimentare, è fondamentale rivolgersi ad un’impresa che si aggiorni costantemente sotto il profilo degli avanzamenti tecnologici.
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