C’è grande fermento nella ristrutturazione edilizia grazie agli incentivi fiscali del Decreto Rilancio, in particolare con il Superbonus 110% che offre importanti opportunità di risparmio. Scegliere la ditta edile giusta, però, garantisce sia la qualità del risultato sia il rispetto dei tempi di consegna previsti dalla legge. Ce lo spiega Stefano Marchetti, titolare insieme al fratello Marco dell’azienda Marchetti Edilizia Srl a Todi e conoscitore del mondo dell’edilizia con un’attività specializzata nella vendita di materiali da oltre 50 anni.
Per la sua esperienza, quali suggerimenti si sente di dare ad un privato che decide di ristrutturare?
Prima di tutto è importante scegliere bene l’impresa edile a cui affidare i lavori. Ritengo che sia preferibile rivolgersi soprattutto a quelle presenti sul territorio. Avendo avuto negli anni rapporti con molte imprese, abbiamo riscontrato differenze sostanziali con le ditte non locali.
Perché è preferibile scegliere un’impresa locale?
Quando affrontiamo una ristrutturazione, si parla di interventi su un capitale importante della nostra sicurezza finanziaria. Il primo vantaggio nello scegliere un’impresa locale è sicuramente la maggior conoscenza delle normative comunali, dei materiali in uso su quel territorio e le tipologie di lavorazione edilizia. Ad esempio, per una casa in centro storico o un casale in campagna, la ditta locale conosce bene le caratteristiche edilizie delle strutture.
Un altro fattore che condiziona la scelta di una ditta è spesso quello economico…
Nel mio lavoro osservo costantemente il mercato e conosco bene gli interlocutori. Mi sento di consigliare che spesso è preferibile non cercare i migliori vantaggi tra le imprese interpellate, ma la migliore proposta tra quelle locali. C’è da tenere in considerazione che una ditta esterna ha più spese da sostenere, come il trasporto dei materiali oppure i rimborsi per i lavoratori in trasferta. Per essere competitivi saranno applicate, inevitabilmente, manovre di risparmio in altri elementi della proposta commerciale.
Quale può essere un’azione di risparmio?
Ad esempio nell’acquisto dei materiali, a discapito della loro qualità ed efficienza nel tempo. Con le opportunità previste dal Decreto Rilancio, tra l’altro, ci sono incentivi fiscali significativi per la ristrutturazione, con i quali si possono fare importanti lavori negli immobili quasi ‘a costo zero’. Per cui, a maggior ragione, ritengo che non valga la pena cercare di risparmiare solo valutando un preventivo inferiore presentato da una ditta esterna.
Quanto conta l’utilizzo di materiali di qualità in una ristrutturazione?
Se si usufruisce delle agevolazioni del Decreto Rilancio sono fondamentali. Il Superbonus è una grande opportunità, ma ci sono regole precise da rispettare in merito all’obbligo di utilizzare materiale certificato. Sui lavori, infatti, possono essere condotte verifiche fino a sette anni dopo il loro termine e ne risponde il proprietario, anche in caso di cessione del credito d’imposta.
Ci sono altri aspetti per cui una ditta del territorio è più efficiente?
Quando si eseguono opere edilizie, si possono verificare nel tempo esigenze di restauri o riparazioni, ad esempio una perdita sul tetto, anche dopo il completamento dei lavori. Le imprese locali garantiscono certamente una flessibilità maggiore e una garanzia di assistenza nel caso di un problema alla struttura abitativa. Avere la persona fidata e vicina a cui rivolgersi è un valore aggiunto, che si dimostra ancora più rilevante con il passare degli anni.
I proprietari di una ditta locale si conoscono anche meglio…
Le grandi aziende, una volta preso l’incarico per una ristrutturazione, subappaltano il servizio avvalendosi spesso dell’impresa edile più vantaggiosa e quindi non necessariamente locale. Quando avviene ciò, è più difficile avere informazioni sulla qualità o l’affidabilità. Questa scelta si può trascinare dietro problemi ben più grandi, per questo reputo importante rivolgersi da subito ad imprese dirette. Senza dimenticare che in questo modo diamo un contributo significato all’economia del territorio, particolarmente gravata nell’ultimo anno dalle emergenze sanitarie che conosciamo. È un’economia che potremmo definire quasi a ‘km 0’ e che sostiene in modo concreto le imprese e le attività, creando una rete virtuosa di professionalità territoriali.
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