L’Agenzia G.P.S. propone un nuovo metodo gestionale della private security, ponendo particolare attenzione alle esigenze dei clienti nel rapporto con i professionisti del settore

Marco Contemi, dalla fine degli anni ‘90 lei opera nel mondo della sicurezza privata. Quali sono stati i principali cambiamenti nel corso degli ultimi anni?
«L’approccio dei professionisti del settore verso la clientela è radicalmente cambiato con l’inizio del nuovo millennio, permettendo una maggiore comprensione delle specifiche esigenze dei clienti. Se alcuni bodyguard ancora non considerano l’aspetto relazionale, non hanno compreso il reale significato della nostra attività: fare sicurezza oggi vuol dire unire una moltitudine di attività correlate tra loro, che portano alla piena soddisfazione dei bisogni di una clientela sempre più esigente».

Che tipo di preparazione necessitano i bodyguard della G.P.S.?
«La professionalità dei nostri operatori è in continua evoluzione, dovendo loro entrare in contatto con particolari situazioni ed esigenze di alto livello. Se un tempo la figura dell’addetto alla sicurezza era vista quasi negativamente, oggi il professionista, oltre che fisicamente prestante, è spesso in possesso di una laurea e capace di parlare le lingue straniere. Per questo motivo la selezione del personale richiede particolare attenzione, dovendo agire in contesti estremamente all’avanguardia: dalla protezione di personalità imprenditoriali – italiani e stranieri – passando per i monarchi del Golfo arabico, dalle attività svolte in collaborazione con le agenzie investigative, fino alla tutela ed accompagnamento di minori».

Quali sono i modelli da non seguire nello svolgimento di questa attività?
«Esiste un pensiero comune di gestione della sicurezza che si basa sulla spettacolarizzazione in chiave Hollywoodiana della security, totalmente distante dalla realtà. La crisi economica ha causato la nascita di numerosi corsi di formazione spesso assolutamente inutili ai fini della sicurezza della persona e degli utenti. In questo modo il concetto di salvaguardia del cliente tende a basarsi su un tipo di intervento rude ed intimidatorio del potenziale soggetto pericoloso e spesso violento. Ma il nostro lavoro è efficace quando non si vede, quando cioè le potenziali “minacce “ sono anticipate, previste e risolte prima che possano diventare criticità. Noi proponiamo un modello positivo al mondo della sicurezza: l’ascolto del cliente, la sua assistenza in caso di necessità, la capacità di analisi e di organizzazione. Tutto ciò consente a chi si affida a noi di poter stare a proprio agio in un clima rilassato. Il bodyguard 2.0 non deve far paura, bensì trasmettere sicurezza».

Lei, sebbene non sia di origini sarde, ormai è di casa in Sardegna.
«Sono arrivato in questa bellissima terra per questioni sportive, e non me ne sono più andato. Fin da subito ho lavorato nel mondo della security, capendone pregi e difetti. Ho sempre pensato che dialogo e ascolto fossero necessari nel nostro settore, perché fare sicurezza significa anche comprendere le specifiche esigenze di chi vuol trascorrere un periodo di vacanza senza pensieri, o di chi per questioni lavorative ha bisogno di una protezione particolare. La sede operativa di Porto Cervo mi permette di conoscere affondo le sempre mutevoli necessità della clientela alla quale ci rivolgiamo, cercando così di migliorare la nostra attività, aperti ai cambiamenti ed alle mutate esigenze del mercato».

Perché è così importante il rapporto umano nella gestione della sicurezza?
«Lavorare accanto alla clientela significa prendersene cura sotto tutti gli aspetti. Quello un tempo definito ‘gorilla’ o ‘buttafuori’ non è rappresentativo del lavoro del bodyguard moderno che opera su un’imbarcazione privata; oggi è un operatore che gestisce in forma manageriale la protezione di un imprenditore: il ruolo dell’addetto alla sicurezza è delicato e meticoloso, preparato nei minimi dettagli. L’operatore è capace di lavorare in molteplici contesti spesso mutevoli da un momento all’altro. Il nostro approccio moderno alla security permette alla G.P.S. di diversificarsi rispetto a chi non ha compreso fino in fondo le esigenze del mercato, specie quello del luxury tourism e della sicurezza privata ad alti livelli».

La nostra ricerca della perfezione ci ha portato a capire che il nostro approccio è valido anche per altri campi del mercato, soprattutto turistico. Un esempio ne è la nuova figura che abbiamo creato, l’addetto al life-guarding. Oggi il classico bagnino non deve più esistere nel mondo del lusso. Il nostro operatore “LifeGuard” deve sicuramente essere un esperto nella salvaguardia della vita umana in spiaggia ed in piscina, ma deve avere anche ottime capacità relazionali, interagire con la clientela, parlare fluentemente almeno l’inglese. Questo approccio è stato molto apprezzato dalle strutture ricettive super lusso, che ne hanno oltretutto ottenuto un importante incremento dell’indice di gradimento del servizio espresso dai propri clienti, tra i più esigenti al mondo».
SCOPRI DI PIÙ
Leggi anche G.P.S. Security Agency, un approccio innovativo nella gestione della sicurezza privata
Leggi l’approfondimento ANSA Estate 2017: in aumento la richiesta di servizi di sicurezza privata