Intervista a Martino Varotto, l’ideatore di Equimondo e Time.Care, il Trip Advisor dell’assistenza: uffici in Italia e un portale negli Usa per far incontrare la domanda e l’offerta lavorativa per l’assistenza domiciliare

Martino Varotto ha 26 anni, ma ha vissuto sulla propria pelle cosa voglia dire prendersi cura di un famigliare malato: cercare persone fidate per farlo assistere 24 ore su 24, inquadrarle lavorativamente e pensare a tutta la burocrazia che c’è dietro, in un momento in cui, invece, si vive solo dolore. Proprio per questo, nonostante la sua giovane età, ha voluto investire sull’assistenza domiciliare e ospedaliera per anziani della terza e della quarta età, oltre che sui giovani con particolari problemi di salute: ha percepito le necessità di chi vive queste esperienze e ha intuito le potenzialità di questo settore, che fino a pochi anni fa era affidato quasi esclusivamente al mercato nero. Ha quindi creato Equimondo, società cooperativa con sedi a Padova, Vigodarzere (PD) e Rovigo, e ora sta lavorando per realizzare il portale Time.Care, una moderna startup sempre basata sull’intermediazione tra domanda e offerta lavorativa in ambito socioassistenziale.
Quali servizi offre la sua cooperativa?

“Facciamo incontrare la domanda e l’offerta lavorativa per l’assistenza a domiciliare e ospedaliera, diurna o 24 ore su 24, per anziani della terza o quarta età (dagli 85 anni in su), auto o non auto sufficienti, giovani con particolari problemi di salute. In poche parole può servire un’assistenza generica, attraverso una badante, un’assistenza qualificata, attraverso un operatore socio sanitario, o specialistica, con infermiere. Si tratta di servizi importanti dal punto di vista sociale, non trattati dal pubblico, ma solo dal privato, che hanno un ruolo strategico nella società di oggi perché l’età della popolazione è sempre più alta, le malattie sempre più cronicizzate e gli anziani sempre più soli”.
Ha aperto questa cooperativa dopo aver vissuto direttamente l’esperienza assistenziale con suo padre. Quali sono le problematiche a cui ci si trova di fronte in quei momenti?
“Non si sa di chi fidarsi, che persone chiamare per assistere a un tuo caro in un momento così delicato. Ma da soli non si può fare tutto: bisogna affidarsi a badanti, infermiere, O.S.S (operatori socio sanitari). Bisogna avere il tempo di selezionare le persone di cui ci si vuole fidare, e spesso si vive di urgenze, bisogna sistemare il tutto burocraticamente, tutelarsi dal punto di vista legale. Insomma, è difficile. Per questo ho creato Equimondo: per pensare a questo al posto delle famiglie”.
Come selezionate il personale?

“Applichiamo criteri molto rigidi: indaghiamo sulle esperienze e le referenze pregresse, i titoli di studio, la storia personale e le motivazioni delle persone che vogliono lavorare, la disponibilità e la serietà di quel lavoratore e soprattutto se è adeguato alle esigenze delle famiglie che richiedono il servizio. Proprio per questo, prima di procedere con l’assunzione del lavoratore, da parte della famiglia, Equimondo fornisce un periodo di “prova” di 30 giorni. L’inserimento lavorativo in ambito domiciliare non è semplice, soprattutto per le badanti”
L’assunzione del lavoratore spetta al cliente, mentre voi continuate a fornire assistenza burocratica e informativa?
“Esatto, non possiamo assumere noi i lavoratori per il cliente: la somministrazione di manodopera in Italia è legale solo per le agenzie interinali. L’assunzione del personale non passa attraverso la cooperativa, ma viene affidata al cliente, con l’assistenza e il supporto burocratico di Equimondo e con un contratto regolare di collaboratore domestico”.
Quali sono i rischi che le famiglie corrono rivolgendosi al mercato nero o ad agenzie che assumono direttamente le badanti?
“Le famiglie che in genere optano per queste soluzioni pensano di lasciare la responsabilità dell’assunzione della badante all’agenzia, ma non è così: molte sentenze dimostrano

che è stata riconosciuta la responsabilità in solido dell’irregolarità della posizione lavorativa anche alla famiglia presso cui lavoravano le badanti che hanno fatto causa. Inoltre, con queste formule di inquadramento lavorativo, non viene mai garantita una qualità e una continuità del servizio, visto che con queste tipologie di contratti le badanti vengono pagate molto meno perché ci deve guadagnare anche l’agenzia e si assiste a un turnover più frequente”.
Le badanti sono tutte straniere?
“No, ormai il 50% delle badanti sono italiane, complice la crisi, soprattutto per i servizi diurni. La conoscenza della lingua e della cultura italiana comunque fa parte dei criteri utilizzati nella selezione del personale”.

State creando una start up innovativa per far incrociare la domanda e l’offerta di lavoro in ambito domiciliare anche online, con il portale Time.Care che partirà negli Usa per arrivare anche in Italia. Di cosa si tratta?
“Per trovare badanti, colf, baby sitter, infermiere e qualsiasi altra figura che presta servizio a domicilio basterà iscriversi a Time.Care: si può osservare una scheda tecnica di presentazione dei candidati e dei clienti, fotografie, referenze, commenti di clienti pregressi, il tutto in modo semplice ed intuitivo, con l’assistenza legale e burocratica di esperti del settore. Un sito che supera i semplici annunci e che a settembre sbarcherà anche in Italia: una sorta di Trip Advisor per i lavori domestici”.
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