L’arte, nella quale tutti gli uomini possono riconoscersi indipendentemente dalle differenze culturali e religiose, può rappresentare un importante strumento di pace e comunicazione in un momento storico complesso come quello attuale. Nelle opere frutto dell’estro e della sensibilità dell’artista, infatti, ciascuno di noi può trovare una chiave per il confronto con gli altri. Ne abbiamo parlato con Massinissa Askeur, uno dei più importanti pittori italiani contemporanei.
Askeur, come può l’arte superare le differenze createsi in secoli di storia?
“Può farlo attraverso i simboli. L’arte è uno strumento di comunicazione. Oggi come migliaia di anni fa l’artista realizza le proprie opere per esprimere emozioni e sentimenti e facendolo sa di lasciare traccia di sé e della propria epoca per quanti verranno dopo. Accade sempre così, sin da quando l’uomo del Neolitico tracciò i simboli rupestri ritrovati in luoghi diversissimi tra loro: dalle montagne della Bergamasca al deserto algerino”.
E i simboli possono arrivare a tutti?
“Sì, possono farlo perché sono nati prima che nella società si sviluppassero diverse religioni e culture. Fungono da base comune a tutti i popoli, quasi come un sostrato innato in cui ciascuno di noi tende a riconoscersi”.
Lei è un pittore simbolista e trae ispirazione dalla cultura mediterranea. Perché?
“Perché è la mia cultura e non si può parlare di se stessi senza conoscere a fondo le proprie origini. Mi definisco figlio del Mediterraneo, nelle mie opere ci sono riferimenti alla cultura berbera, anche grazie alle mie origini algerini, a quella egizia, greca, romana, cartaginese ed etrusca. A tutto ciò che ho studiato a lungo e conosciuto di persona viaggiando”.
Da circa dieci anni ha scelto di vivere in Italia, in provincia di Varese, al confine con la Svizzera. Un luogo centrale anche per il suo lavoro.
“Esatto, dopo anni in cui ho avuto molto successo all’estero ho deciso di tornare a casa e di far conoscere anche qui la mia arte con una serie di mostre private”.
Lei ha esposto nelle sedi più importanti al mondo, dalla Biennale di Venezia al Carrousel du Louvre, a Parigi, qual è il filo conduttore?
“La scelta dei luoghi non è mai casuale, si tratta di terre di confine e sempre legate all’elemento dell’acqua. In questo caso, per esempio, Porto Ceresio e Luino si trovano al confine tra Svizzera e Italia, ma la stessa Venezia è storicamente luogo di incontro di popoli e una porta verso l’Oriente, così come città del Vaticano rappresenta un Paese all’interno di un altro Paese”.
Il legame con la Svizzera emerge anche dal marchio di orologi Napoleon Watch, che ha creato nel 2017.
“Esatto, io curo il design e una ditta svizzera si occupa della realizzazione tecnica. Si tratta di orologi esclusivi, tutti numerati. Più che di semplici orologi parlerei di gioielli. Anche in questo caso si torna al concetto iniziale: ogni oggetto rappresenta un segno, una traccia che lasciamo ai posteri e che nel futuro racconterà l’epoca in cui viviamo”.
SCOPRI DI PIÚ
VISITA IL SITO
https://massinissaaskeur.com
Leggi anche: Massinissa Askeur, il più importante pittore simbolista italiano contemporaneo entra nell’annuario “Artisti 22”