A banche impegnate in riassetti societari e meno attente a creare rapporti di fiducia duraturi con i risparmiatori, si unisce la presenza sul mercato di numerosi nuovi strumenti finanziari che, se utilizzati da persone inesperte, possono diventare dannosi. Un contesto nuovo, quindi, da affrontare nel modo giusto, perché, ne è convito Matteo Rappelli, consulente finanziario che opera nel settore degli investimenti da oltre trent’anni, “il mondo è cambiato, sarebbe sbagliato pensare di poter continuare a investire come negli anni passati”.
Qual è il primo consiglio che si sente di dare ai risparmiatori?
“Il rischio principale è il fai da te, che nel 90% dei casi nel settore finanziario porta a conseguenze negative. Oggi il mercato è in continuo aggiornamento ed evoluzione, è impensabile gestire investimenti importanti nel tempo libero, facendo un altro lavoro. È importante affidarsi a un consulente esperto”.
Una figura centrale e indispensabile, quindi?
“Assolutamente. Del resto, può risultare difficile da ammettere, ma nella vita le cose veramente insostituibili sono la famiglia e il denaro, che determina le sorti di una persona. Per questo la gestione dei risparmi comporta una grande responsabilità e dovrebbe essere finalizzata al raggiungimento degli obiettivi che ciascuno si pone investendo. Ragione per cui l’aspetto della consulenza personalizzata è determinante, così come la logica dei ‘cassetti mentali’, cioè di dare un nome e una finalità ad ogni singolo investimento”.
Le banche non possono fornirla?
“Non appieno. La tendenza oggi è a ridurre la presenza sul territorio chiudendo le filiali più piccole e a prevedere un frequente turnover del personale, il che non facilita la creazione di un rapporto forte di fiducia con i clienti. Ed è proprio per questo che molte persone si rivolgono ai consulenti finanziari, che invece trovano nel rapporto con il risparmiatore la ragione stessa della propria professione. E questo è confermato anche dai numeri”.
Come si sceglie il consulente ideale a cui affidarsi?
“Tralasciando i normali controlli come l’iscrizione all’albo ed eventuali informazioni reperibili sul web, è preferibile rivolgersi a un consulente che faccia parte di un’azienda seria, senza dimenticare forse il consiglio più importante”.
Quale?
“Scegliere un consulente indipendente, che sia pronto ad utilizzare qualsiasi strumento senza dover seguire ordini di scuderia. In questo modo sarà in grado di soddisfare al meglio le esigenze del cliente”.
Ci sono altre indicazioni che potrebbero essere utili per la scelta?
“Credo che non si debba mai vendere la performance, ma le migliori soluzioni che portino al raggiungimento di una buona performance. È importante assicurarsi di essere davanti ad un consulente finanziario e non ad un promotore. È bene diffidare da chi propone subito un prodotto senza conoscere la storia e le esigenze del cliente. Per un buon consulente il momento dell’ascolto è fondamentale, perché solo dopo questa fase si può mettere a punto un piano adatto a soddisfare le richieste e le necessità di ogni persona da sviluppare poi nel tempo”.
Il lavoro non si conclude realizzato l’investimento?
“No, il concetto di manutenzione del portafoglio oggi è diventato essenziale. Dieci anni fa non lo era, ma oggi è indispensabile per una buona gestione del portafoglio, che deve essere adeguato ai veloci cambiamenti dei mercati. L’ideale è incontrare il cliente ogni due o tre mesi per valutare insieme se la strategia adottata sia ancora buona o debba essere aggiornata. Di fatto in questo modo si fa educazione finanziaria”.
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