Gestire servizi essenziali all’interno di strutture pubbliche rappresenta una buona opportunità di lavoro, ma comporta anche responsabilità sia perché ci si rivolge a clienti con esigenze particolari, come i lavoratori degli ospedali o gli studenti universitari, sia perché è necessario rispettare le regole e i parametri di gestione dell’ente pubblico. Ne parliamo con Michele Monteleone, fondatore di MM Events, che gestisce cinque attività nel settore della ristorazione in strutture pubbliche.
Monteleone, ci sono opportunità oggi nel settore?
“Ci sono, tuttavia è necessario ricordare che ci si muove in un ambito particolare. Un’azienda che decide di operare nella ristorazione in queste strutture deve essere consapevole di non potersi limitare solo a fare business, ma di dover svolgere un servizio pubblico”.
Cosa suggerisce di fare a una società che fosse interessata a una concessione?
“Innanzitutto di analizzare bene le condizioni di gara e di verificare che il conto economico sia in pari. Contestualmente sarebbe importante non limitarsi a svolgere l’attività fine a se stessa, ma cercare di dare un contributo dal punto di vista sociale”.
Qual è l’atteggiamento giusto da tenere?
“Chi ottiene in concessione un servizio in una struttura pubblica deve essere considerato non tanto come un gestore, ma come un custode di quello spazio e deve impegnarsi per far sì che sia apprezzato e che vi si costituisca attorno una rete di rapporti umani. In questo senso, per esempio, è importante organizzare eventi o iniziative capaci di coinvolgere e attrarre nuovi clienti. Tutto, però, senza mettere in difficoltà l’amministrazione pubblica che ospita l’attività”.
Cioè?
“A livello pratico perché le strutture, soprattutto se di particolare valore artistico, sono sottoposte a regole rigide per la gestione degli spazi e le eventuali modifiche da apportare. E a livello d’immagine, perché le attività organizzate devono essere in linea con le esigenze e il contesto in cui ci si trova”.
Per esempio?
“Bisogna scegliere progetti adatti a valorizzare la struttura. Al bar Al Cavriga all’interno del Parco della Villa reale a Monza, per esempio, ci inseriamo all’interno della vocazione sportiva del parco stesso organizzando eventi legati a ristorazione, sport e arte. Mentre nel bar che gestiamo all’interno dell’ospedale di Verduno abbiamo collocato un’opera d’arte per creare una situazione nella quale il personale sanitario potesse prendersi una pausa dal proprio lavoro anche solo per pochi minuti. L’arte e lo sport sono strumenti fondamentali in questo senso”.
La ristorazione da sola non basta?
“No, non basta dare da mangiare alle persone, è importante farlo in un luogo adatto e nel modo giusto. Sta a noi fornire un valore aggiunto rispetto al servizio che da contratto dobbiamo erogare. Tutte queste attività, che chiaramente richiedono un grande impegno, nel medio periodo possono rappresentare una risorsa importante per valorizzare l’azienda”.
La società che gestisce il servizio ne trae vantaggi?
“Sì, sia in termini di soddisfazione personale per il servizio erogato sia perché è garantito l’equilibrio economico delle performance aziendali”.
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