Filippo Arcidiacono ed Elena Nizzi dell’azienda umbra con cinquanta anni di storia nel settore dei trasporti e della logistica industriale, spiegano come orientarsi in un universo che tiene insieme trasporti, tecnologia, sviluppo e ambiente. Parole chiave: servizi personalizzati, rapidità di risposta, gestione delle criticità per garantire la business continuity del cliente.
L’azienda, nata negli anni ’60, oggi è un solido punto di riferimento per le spedizioni industriali in tutta l’Unione Europea. Filippo Arcidiacono ed Elena Nizzi scattano in questa intervista una fotografia al settore, e allo stesso tempo guardano in prospettiva disegnando l’azienda di trasporti e logistica d’eccellenza nell’era digitale 4.0.
Filippo Arcidiacono, lei è il presidente di Nizzi Autotrasporti Srl. Come è cambiato il mondo dei trasporti?
”E’ cambiato con l’evolversi del business in ogni settore, dove rapidità e personalizzazione dei servizi sono elementi discriminanti per il successo. I numeri contano ancora, ma stanno emergendo fattori più decisivi”.
Ci può spiegare meglio?
”La velocità, la flessibilità, la sicurezza, l’accuratezza del trasporto. Sono questi i fattori in cima alla lista delle priorità. Rispondere alle richieste continue di eccezioni, decidere in fretta e bene, offrire soluzioni efficaci sono aspetti fondamentali per garantire la ‘business continuity’ del cliente”.
Elena Nizzi, quanto contano le tecnologie?
”L’industria 4.0, la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, è entrata a pieno titolo anche nella logistica e nei trasporti. La filiera industriale è sempre più ‘corta’, dal produttore al distributore fino al consumatore finale i passaggi devono essere rapidi ed efficaci. Perciò anche le aziende del nostro settore devono offrire un servizio ‘su misura’, efficiente e personalizzato, in grado di rispondere alle singole esigenze del cliente.
Cosa si sente di consigliare in proposito?
”Un’azienda affidabile deve disporre di un ampio parco veicolare per essere in grado di garantire un servizio di trasporto personalizzato, rapido e puntuale. Altro aspetto fondamentale tuttavia è che chi intende spedire merci di qualsiasi tipo si affidi ad aziende che abbiano uno staff di autisti esperti, costantemente formati e in grado di lavorare in tutta Europa. Al loro fianco un nucleo di professionalità abili nel planning, cioè nell’organizzazione delle spedizioni”.
Filippo Arcidiacono, ma come orientarsi più nel dettaglio?
“La differenza la fa la capacità di saper garantire un servizio rapido ed efficiente da subito, fin da quando viene richiesto un preventivo. Per questo serve una azienda strutturata, ma veloce nel prendere decisioni. Nel mondo delle spedizioni industriali, le variabili e gli imprevisti sono praticamente all’ordine del giorno, ed è assolutamente necessario che l’azienda di autotrasporti abbia una struttura duttile e si adegui in pieno alle esigenze della clientela. L’obiettivo principale, nel nostro settore, resta sempre e solo uno: far arrivare la merce al punto di consegna nei tempi previsti ed essere concorrenziali sul prezzo”.
Elena Nizzi, essere un operatore per le spedizioni industriali vuol dire avere a che fare spesso con materiali pericolosi e devono avere trattamenti specifici. In questo senso conta la formazione del personale?
”In caso di categorie merceologiche particolari, come ad esempio rifiuti pericolosi, ma non solo, è indispensabile che il personale di un’azienda di autotrasporti sia giustamente formato e che venga aggiornato circa le normative di settore, che, lo sappiamo cambiano molto spesso. Da questo punto di vista, per un’azienda investire in formazione vuol dire investire in efficienza del servizio, qualità e sicurezza”.
Parliamo di ambiente. Filippo Arcidiacono, nel settore dei trasporti una delle corde sensibili è quella dell’inquinamento.
“La sfida che le aziende del nostro settore hanno davanti è quella di riuscire a efficientare il servizio diminuendo l’impatto ambientale, a partire dalla riduzione delle emissioni. Noi ci stiamo riuscendo e abbiamo già ridotto di circa il 30% le emissioni di monossido di carbonio prodotte dai camion ‘Nizzi’ che attraversano l’Europa. In qualche modo possiamo dire di aver anticipato una tendenza complessiva. Lo sviluppo sostenibile oggi è un obbligo sociale, e non deve essere considerato un costo. Le nuove frontiere aperte da Industria 4.0 vanno esattamente in questa direzione”.
Elena Nizzi, come ci siete riusciti?
”Tutti i Paesi europei incentivano un ammodernamento del parco automezzi. I motori Euro 6, quelli di ultima generazione, permettono un abbattimento delle emissioni di CO2, dei consumi di carburante e allo stesso tempo chi trasporta merci può ricevere importanti sgravi, ad esempio sui pedaggi autostradali. Oltre a questo è importante sottolineare come l’utilizzo del trasporto intermodale, cioè utilizzando in maniera continua strade, nave e ferrovia, sia una alternativa valida al solo trasporto su gomma. Senza considerare che anche in questo caso la diminuzione di Co2 è notevole. Il principio è semplice: meno inquini e meno paghi. Ma non solo. Si tratta di un concetto innovativo di gestione e monitoraggio della mobilità che prescinde da aspetti geografici e che “connette” i diversi operatori della filiera su scala vasta. È chiaro che un modello così fatto prevede una grande regia organizzativa dei processi della mobilità”.
Anche gli autisti hanno un ruolo…
”I nostri autisti vengono appositamente formati per una guida eco-friendly in grado di ottenere un effettivo risparmio nel consumo di carburante, di cui beneficia sia l’ambiente sia la nostra economia. Un ottimo esempio di come la compatibilità ambientale, se coniugata alla capacità di innovazione e miglioramento, non va considerata solo un costo, ma un importante fattore di sviluppo”.
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