Il professionista di Olbia ha modificato l’approccio della sua consulenza verso le aziende, allargando lo spettro delle attività per andare incontro alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese
La figura del consulente del lavoro diventa sempre più centrale nella vita delle imprese, specie di quelle micro e delle Pmi. Infatti, grazie al nuovo paradigma di visione della gestione imprenditoriale, un unico professionista può supportare i titolari d’azienda a 360 gradi, dagli aspetti fiscali alla comunicazione, dalle risorse umane alla sicurezza e privacy. Di questo cambiamento operativo parliamo con Salvatore Campus, consulente del lavoro di Olbia
Salvatore Campus, lei sostiene che il consulente del lavoro possa essere d’aiuto all’imprenditore non solo sugli aspetti fiscali a ma a 360 gradi. Perché?
Le ragioni sono molteplici, ma partiamo da quelle pratiche: un’unica figura può aiutare a migliorare il coordinamento generale dell’impresa, a raggiungere gli obiettivi in maniera uniforme. Mi riferisco al monitoraggio della fiscalità, alle decisioni sulle assunzioni, alle nuove problematiche legate alla sicurezza e alla privacy. L’alternativa è rivolgersi a singole professionalità che non dialogano tra loro, con lo svantaggio ulteriore dell’aumento dei costi.
Diventa così un risparmio economico puntare sul consulente del lavoro?
Decisamente sì. Soprattutto per le micro, piccole e medie imprese, questo permette di risparmiare cifre considerevoli, orientando al meglio gli obiettivi aziendali. Il consulente del lavoro può letteralmente collegare tutti i pezzi del puzzle, è la figura che consiglia sia sugli aspetti più semplici che quelli complessi, come gli investimenti e le strategie future.
Ma come scegliere il consulente del lavoro capace di offrire queste caratteristiche?
L’esperienza conta tantissimo, ma ancora di più l’approccio metodologico. I corsi di formazione, la crescita professionale e lo studio di molteplici tematiche sono caratteristiche da tenere in considerazione quando ci si rivolge al professionista che seguirà il business dell’azienda. Un metodo onnicomprensivo, multidimensionale e aperto alle sfide della contemporaneità è quello che meglio può rispondere alle esigenze imprenditoriali.
Quante aziende potrebbero accrescere il proprio business se ben consigliate?
Le aziende necessitano di una vera e propria consulenza, questo è il principale nodo da sciogliere. Parlare con un professionista specializzato in un’unica materia non porta benefici: è fondamentale una visione, condivisa dall’imprenditore, per poter migliorare l’economia dell’impresa. Non è d’aiuto una consulenza standardizzata, ogni azienda ha determinate esigenze.
Spesso ci si rivolge a software e sistemi online per la fiscalità aziendale…
È un errore grossolano puntare su sistemi automatici per il calcolo della fiscalità. I numeri servono proprio per la valutazione degli investimenti, per le decisioni da prendere sull’allargamento delle risorse umane da inserire in azienda, sugli acquisti tecnologici. Torniamo al tema della domanda precedente, al ruolo del consulente del lavoro capace di affiancare l’imprenditore nel percorso di crescita aziendale: dai dati elaborati si prendono le scelte successive. Un software o un servizio sul web non potranno mai valutare lo step successivo.
L’aspetto professionale umano è dunque ancora decisivo in questo settore?
La sensibilità della persona, nella valutazione delle scelte future, è fondamentale. Ben venga l’elaborazione dei dati tramite software e altri sistemi, ma per la loro comprensione serve altro. Il supporto del consulente del lavoro, che conosce approfonditamente l’azienda e le sue esigenze, può aiutare l’imprenditore alle scelte da compiere per la crescita del proprio business.
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