
Il pensiero di Sauro Pellerucci, Presidente di Pagine Sì! S.p.A.,“concorrente controcorrente” dello storico marchio italiano.
Presidente, SEAT Pagine Gialle dice addio al marchio: che effetto le fa?
“Non conosco i termini dell’operazione, e non è mio costume giudicare quello che succede in casa altrui”.
Ma a livello emotivo però non può far finta di nulla.
“Verissimo. Siamo tutti ‘figli’ e, qualcuno anche ‘nipote’, di un brand che agli inizi era considerato il leader internazionale del settore Directory, un modello di business invidiato e copiato in tutto il mondo. Ho bene in mente la forza propulsiva di quei valori iniziali che ci hanno fatto innamorare di un settore in crescita e con grandi opportunità di sviluppo”.
Un innamoramento, però, che già nel 1996, anno di fondazione della sua Pagine Sì! spa, era già finito.
“Pagine Sì! nasce dal desiderio di mantenere in vita un certo stile di essere azienda, quel fare tanto apprezzato nella SEAT Pagine Gialle che ho frequento durante la metà degli anni novanta, quando si respirava forte la centralità dei rapporti e il rispetto umano, e quando le ‘mitiche agenzie’ non erano state soppiantate dalle più ‘glaciali filiali’ commerciali”. In vent’anni, Pagine Sì! è passata dall’essere una scommessa lanciata su di un mercato monopolistico a un caso di successo da portare a esempio nelle scuole di management”.
… il tutto mentre voci incontrollate decretavano persistenti difficoltà che si rivelavano, di volta in volta, inesistenti.
“Voci evidentemente infondate che dimostrano, una volta di più, quanto alcuni uomini amino raccontare il mondo per peggiore di quanto non sia.

Forse sarebbe da suggerire un generico richiamo a guardare in casa propria e seguire con maggiore attenzione le evoluzioni dei concordati preventivi in bianco, o in salsa aurora, prima di assegnarsi competenze da analisti di mercato”.
Nel frattempo, Sauro Pellerucci si gode questa “rivincita” …
“Non vi è rivincita nell’avverarsi di una previsione che riguarda le sorti di un marchio storico dell’italianità. No, non vi può essere soddisfazione nel vedere tante professionalità di comprovato attaccamento e valore guardarsi intorno alla ricerca di altri punti di riferimento”.
Se non si può costruire un successo sulle macerie altrui, quantomeno un po’ di soddisfazione nell’averci visto bene, e non da oggi, la prova?
“Lascio volentieri a qualcun altro provare un sentimento di intima soddisfazione nell’osservare l’ex monopolista mentre cambia l’ennesimo abito societario e, forse, questa volta anche nome. Questo qualcuno sbaglierebbe comunque”.
Ho capito, Presidente. Cercherò di porle la domanda così: anche alla luce di come sono andate le cose, oggi lei si sente più “concorrente” o “controcorrente”?
“Le rispondo volentieri. Mi sento un persona che mette al centro la valorizzazione delle persone, che vengono sempre prima dei ‘prodotti’ da vendere: forse in tal senso mi sento ‘controcorrente’. Già vent’anni fa un occhio attento poteva riconoscere il percorso che avrebbe seguito la ‘ex gallina dalle uova d’oro’ e la via che i frutti delle precedenti covate avrebbero dovuto percorrere, rotolando.
… perché a forza di rotolare le uova poi si rompono.
“… e non si possono più ricostruire. Ogni imprenditore deve saper valorizzare gli asset aziendali e sa che le persone sono il primo valore da tutelare e da far crescere. Prima dei prodotti da offrire al mercato, prima ancora delle tecnicalità della vendita, occorre individuare le persone sensibili alle altrui esigenze e capaci di agire a favore di un bene comune”.

Da queste basi, e anche a seguito delle vicende di questi giorni nel mondo Directory, quale sarà il nuovo posizionamento di Pagine Sì! ?
“Nessuna rivoluzione, ma solo una conferma del nostro buon operato. La nostra strada è già delineata da vent’anni e c’è da pensare che in Pagine Sì! la capacità di competere e di produrre servizi vincenti siano il frutto di un lavoro di una vera squadra. La storia e i risultati raggiunti lasciano sognare che sia davvero possibile ancora oggi, nel 2016”.