Intervista a Giorgio Magliocca, scenografo che ha portato la sua pluriennale esperienza nel campo televisivo e pubblicitario in un settore completamente nuovo, quello della “scenografia industriale” per pub, ristoranti, ludoteche e spazi espositivi

Dall’unione tra la creatività di uno scenografo e la praticità di un imprenditore è nata Fabbrica Srl, azienda leader nel settore dell’arredamento di interni. Definizione che appare quasi riduttiva, visto che Giorgio Magliocca e Umberto Di Fonzo preferiscono parlare del proprio lavoro come di un processo di creazione di “scenografie industriali”. I loro progetti producono arredi e opere uniche per il mondo della ristorazione, della caffetteria e dello shopping, dell’esposizione e dell’intrattenimento.

Cosa significa progettare un locale o allestire uno spazio espositivo?
Significa ricreare un mondo, immaginare un’atmosfera, un’idea. Il nostro lavoro parte da un momento creativo e si traduce in un secondo momento nella lavorazione pratica di quello che si è pensato. E’ un lavoro di squadra, la creatività deve avere uno scheletro con il quale muoversi, e quello scheletro è rappresentato dal lavoro degli artigiani.
Per questo si è creata questa sinergia con Umberto Di Fonzo, ideatore di Fabbrica Srl?
Esatto, nel lavoro ci completiamo a vicenda. Io sono quello che crea, ma le idee che ho in testa non si tradurrebbero in nulla di concreto se non ci fosse lui a farle diventare reali. Lavoriamo molto bene insieme, senza calpestarci i piedi, si è creata una dicotomia che nell’arco di tanti anni ha dimostrato di funzionare molto bene.

Perché le grandi aziende, come Heineken, Rainbow, Segafredo, Excemed, Mokambo, si rivolgono a voi?
Con molte realtà imprenditoriali importanti si è ormai creato un rapporto di fiducia, abbiamo realizzato una serie di locali per loro conto. Il legame che si è instaurato sta a dimostrare la qualità e l’unicità del nostro lavoro. Mi piace poi sottolineare che, oltre a marchi storici come quelli citati, siamo a fianco di nuove realtà imprenditoriali: in questi giorni stiamo ultimando l’allestimento per “Bistrot 26”, una catena di ristoranti che sta per aprire il suo primo locale a Milano.
Come è arrivato a lavorare in questo settore?
La mia formazione è avvenuta principalmente negli studi televisivi. Ho contribuito a realizzare le scenografie per alcune delle più importanti produzioni televisive di intrattenimento e informazione, dalla Rai a Mediaset, e per grandi allestimenti della pubblicità e intrattenimento. In tanti anni ho accumulato molta esperienza, ho imparato cosa significa lavorare con diversi tipi di materiali e come creare un tipo di effetto rispetto ad un altro. Poi a un certo punto mi sono detto che era tempo di cambiare ambito, di provare a fare qualcosa di nuovo. Da qui è nata la collaborazione con Umberto Di Fonzo e con Fabbrica.

Che differenza c’è tra la scenografia di un programma televisivo e quella di un locale per la ristorazione?
C’è una differenza sostanziale: una scenografia per la televisione (ma vale anche per il teatro) è temporanea, ciò che conta è quello che vede lo spettatore o la telecamera. Nella scenografia industriale, al contrario, bisogna fare i conti con la funzionalità di quello che si crea. In ogni nostra realizzazione non si può non tener conto del tipo di attività e di cosa avrà bisogno per essere fruibile sia da chi lo frequenta che da chi ci lavora.
Quanto conta la conoscenza della tecnologia in tutto questo?
E’ fondamentale ed è strettamente legata a quanto abbiamo appena detto. Io nasco scenografo, ma con il tempo ho sempre più assunto il ruolo di project manager per la creazione di attività commerciali e non solo. Domotica, illuminotecnica, impianti audio, sistemi gestionali, attrezzature tecnologiche sono tutti elementi di cui tener conto nell’idea di quello che si inizia a disegnare. Ma tecnologia significa anche conoscere nuove tecniche e materiali, è fondamentale essere sempre aggiornati.

Cosa rende Fabbrica leader nel proprio settore?
In Italia siamo forse gli unici a garantire un servizio che va dalla progettazione al montaggio finale. Il nostro Paese è pieno di bravi scenografi, ma quasi nessuno si occupa del settore commerciale, e la nostra esperienza in questo senso ci permette di essere i migliori. Comunque credo che il segreto del nostro successo sia legato alla sinergia che siamo riusciti a creare tra creatività ed artigianalità. C’è uno scambio continuo tra questi due elementi, i risultati sono nei progetti che riusciamo a proporre ai nostri clienti.
Quali sono i lavori che le hanno dato maggiori soddisfazioni?
Sono tanti, quello che mi piace dei nostri progetti è che riusciamo a soddisfare esigenze molto diverse e in spazi completamente diversi. Possiamo coprire aree di pochi metri quadri o fino a diverse migliaia, come ad esempio le gallerie commerciali.

In questo momento, ad esempio, in Veneto stiamo realizzando una birreria di 3000 mq con annessa una arena per concerti da 2000 posti totalmente eco-sostenibile, una grande sfida dal punto di vista dell’ottimizzazione tecnologica.
Cosa vede nel futuro di Fabbrica?
La nostra ambizione è di continuare a crescere come abbiamo fatto in questi ultimi anni. Un obiettivo di Fabbrica è diventare punto di riferimento per grandi marchi internazionali sempre più esigenti nella ricerca di idee originali e creative utili al proprio sviluppo. Artisti, pittori, scultori, poeti, sarti e decoratori sono il nostro cuore pulsante che dà valore alla nostra mission aziendale: creare uno stile unico e originale per il nostro cliente.
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