Come sta cambiando il mercato finanziario negli ultimi anni?
“Il mercato finanziario è, da sempre, soggetto a cambiamenti, ma, in seguito alla pandemia, la forte incertezza sulle prospettive economiche globali ha innescato decise oscillazioni sui mercati azionari che hanno causato un grosso drawdown epocale, ma che, allo stesso tempo, hanno portato ad una ripresa repentina, mai verificatasi prima. Tutto ciò, è stato possibile grazie all’intervento delle banche centrali e dei governi che hanno immesso nei mercati una grande liquidità. Tuttavia, questo, ha causato altre conseguenze.”
Quali?
“Sia l’inflazione in forte crescita, sia un possibile rialzo dei tassi che nel giro di poco tempo verrà attuato da parte delle banche centrali.”
Tutto questo cosa comporta sul risparmiatore?
“Sicuramente un’incertezza maggiore su come allocare i propri patrimoni; per questo motivo il primo consiglio che mi sento di dare è di evitare il fai da te e di rivolgersi a figure professionalmente competenti.
Sia il mercato azionario che quello obbligazionario restano sicuramente il luogo adatto per valorizzare i propri risparmi ma, essendo soggetti a continue oscillazioni, è importante saperli approcciare correttamente.
In merito a questo, inoltre, ci sono delle novità: con l’articolo 136 del decreto Rilancio del maggio 2020 sono stati introdotti piani di risparmio alternativi, rispetto a quelli tradizionali, che permettono, anche al piccolo risparmiatore, di investire in segmenti di mercato illiquidi, così da offrire la possibilità di diversificare il proprio patrimonio e di usufruire dell’opportunità di risparmiare la tassazione sul guadagno.”
Ci spieghi meglio.
“Fino a poco tempo fa, le strategie di investimento erano rivolte solo a chi aveva grandi patrimoni da investire. Oggi, finalmente, la novità non sta più nell’esclusività del prodotto ma nel processo di democratizzazione finanziaria. Grazie al supporto delle SGR, il piccolo risparmiatore può infatti accedere ai fondi di Private Debt e Private Equity: si tratta di soluzioni di investimento destinate a favorire l’immissione di liquidità nell’economia reale, promuovendone la crescita e rendendola più sostenibile nel tempo, e capaci di portare al risparmiatore rendimenti molto interessanti.”
Di cosa si tratta nel concreto?
“Il Private Debt consiste nell’alterego della parte obbligazionaria del mondo del quotato ed è rappresentato da finanziamenti ed obbligazioni emesse da società non quotate di dimensioni medio piccole; il Private Equity, invece, è l’alterego della parte azionaria, consiste in operazioni di investimento in cui i soggetti privati valutano le opportunità presenti sul mercato, affidando il loro capitale a società specifiche, come la SGR di cui faccio parte, che utilizzano questi capitali per acquisire quote societarie di aziende con grandi potenzialità di crescita.”
Di che rendimenti si parla?
“Ovviamente non esistono certezze negli investimenti, ma, con i giusti interventi, è possibile raggiungere, con i fondi di Private Debt, rendimenti che le obbligazioni governative darebbero su durate di oltre 40 anni, mentre con quelli di Private Equity, il risparmiatore può arrivare fino a rendimenti a doppia cifra.”
Quindi, queste strategie di intervento sono fondamentali sia per il risparmiatore stesso che per aiutare lo sviluppo dell’economia del Paese?
“Certamente. L’allineamento di interessi tra azionisti e imprenditori non porta solo diversificazione al patrimonio del piccolo risparmiatore ma promuove e fortifica anche l’obiettivo comune di sviluppo dell’intero Paese.”
Chi è interessato ad investire con queste strategie, a quali parametri deve rispondere?
“Entrambe queste forme di investimento sono sottoscrivibili ad un vasto pubblico di risparmiatori, l’importante è che l’investitore dimostri di avere almeno una disponibilità di 100.000,00 euro di patrimonio per poter investire un massimo di 10.000 euro e si tratta di strategie di intervento a medio lungo termine. Oltre a ciò, come per tutti gli investimenti finanziari, i parametri da tenere in considerazione sono molti e proprio per questo, è fondamentale scegliere bene a chi affidarsi: il mio consiglio è quello di ricercare una Società di Gestione dei Risparmi a cui fare riferimento. La SGR per cui lavoro è una delle prime a proporre in Italia, sul territorio nazionale ve ne sono ancora poche, e grazie a questa realtà si ha la possibilità di essere affiancati da figure esperte e competenti che possono aiutare, seguire e indirizzare ogni cliente verso i giusti obiettivi e le corrette strategie di intervento, affinché si possa ottenere il miglior rendimento e il minor tasso di rischio.”
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