L’incentivo statale del Superbonus 110% per le ristrutturazioni di edilizia privata ha rimesso in moto un’economia nazionale che aveva subito forti arresti a seguito della pandemia. Nelle ultime manovre di governo è stato prorogato al 30 settembre 2022 il termine per effettuare almeno il 30% degli interventi previsti nei lavori che beneficeranno del Superbonus 110% in case unifamiliari e unità autonome. Affrontiamo l’argomento con Stefano Marchetti, titolare insieme al fratello Marco dell’azienda Marchetti Edilizia Srl a Todi e conoscitore del mondo dell’edilizia con un’attività specializzata nella vendita di materiali da oltre 50 anni.
Per la sua esperienza, come giudica l’operazione del Superbonus 110%?
In tutta Italia la ripresa del settore edilizio è stata evidente. Inoltre, senza dubbio, è stata un’opportunità significativa per migliorare la qualità degli immobili privati, avendo riacceso in modo forte l’attenzione sulla necessità di ristrutturazione e di adeguamento sismico ed energetico di molte abitazioni. Credo, però, che l’incentivo andasse strutturato in modo differente.
Cosa pensa sarebbe stato preferibile fare?
Il Superbonus ha attivato meccanismi finora impensabili, soprattutto per quanto riguarda gli immobili singoli o bifamiliari. Essendo prevedibile l’alto interesse che avrebbe destato, doveva forse essere concepito con tempistiche di impiego più lunghe e con una percentuale leggermente inferiore, ad esempio dell’80%. La situazione oggi è che ci sono molti cantieri aperti ma fermi e altri che non riescono ad aprire nonostante le richieste dei privati.
Per quale motivo?
Per eseguire questi lavori ci vuole prima di tutto la reperibilità di materiali specifici. Invece la mancanza di forniture è un problema diffuso per molte aziende anche grandi, che stanno dilazionando le consegne. Assistiamo alla mancanza totale di attrezzature, ponteggi, macchinari, materiali per i cappotti termici o per coibentare le coperture. A questo aspetto si è aggiunto l’aumento dei costi di legname, ferro, cemento e laterizi quasi del 50% in più. È tutta una rincorsa e il caos si vede. Questi aspetti fanno riflettere sul meccanismo di questo incentivo.
Il rispetto della tempistica per ottenere il bonus ha complicato i lavori?
È un altro fattore che sta indubbiamente compromettendo molti risultati. Non tutte le imprese riescono a garantire sia la qualità del risultato sia il rispetto dei tempi di consegna previsti dalla legge, nonostante siano state aggiunte via via delle proroghe.
Nei lavori edili c’è poi la questione della stagionalità da rispettare…
Esattamente e in particolare per il cappotto termico, uno degli interventi previsti dal Superbonus 110% per l’efficientamento energetico. Per avere i migliori risultati, la posa andrebbe effettuata in certe condizioni climatiche, evitando i mesi più freddi o eccessivamente caldi. La necessità, invece, di rispettare i tempi imposti dall’incentivo ha fatto superare in diversi casi questi limiti. Purtroppo se il lavoro non viene eseguito a regola d’arte si possono riscontrare difetti già da subito.
Anche la scelta della ditta per eseguire i lavori è importante.
Gli interventi di adeguamento sismico ed energetico sono molto complessi e delicati, per questo ci si deve rivolgere ad un’impresa con esperienza e con personale competente. Deve essere in grado di valutare le problematiche e le caratteristiche dell’edificio, oltre che eseguire un lavoro efficiente e garantire la certificazione dei materiali con relativa garanzia. Purtroppo nell’ultimo anno si è verificata la nascita di tante ditte, perfino individuali, per poter sfruttare questa repentina opportunità di lavoro. Siamo certi che siano in grado di eseguirli bene alle prime esperienze?
Quanto sarebbe efficace rendere il Superbonus un’agevolazione strutturale?
Sono convinto che permetterebbe ad una platea molto ampia di eseguire ristrutturazioni e adeguamenti edilizi economicamente importanti, ma altrettanto necessari per migliorare la qualità delle abitazioni e quindi della vita. È un’iniziativa da far continuare nel tempo, ma in modo differente se si vogliono creare meno distorsioni nel mercato.
In quale modo?
Per renderlo un incentivo sostenibile, e addirittura più giusto ed equo per tutti, la percentuale attuale del 110% si potrebbe abbassare al 70-80%. Rimarrebbe comunque vantaggiosa. È evidente che faccia piacere a tutti risparmiare, ma è altrettanto evidente che lo Stato non potrebbe sostenere un incentivo fisso con questa percentuale. Ad oggi, quindi, agevolerà solo una parte dei cittadini e non è corretto. Anche i tempi per gli interventi si potrebbero dilatare, per lo meno con una durata di 6-7 anni, così da permettere una programmazione dei cantieri e delle forniture. Ciò permetterebbe tra l’altro un riallineamento dei costi dei materiali. Il loro aumento è dovuto proprio dalla necessità di doverli ì reperire in tempi così stretti.
SCOPRI DI PIÙ
Leggi l’approfondimento Adnkronos: Stefano Marchetti: “Con la proroga del Superbonus 110% fino a settembre la reperibilità dei materiali è determinante”