Tommaso Pappagallo opera da oltre un ventennio nel settore finanziario pugliese e gestisce capitali importanti con risultati positivi determinati proprio dalla capacità di tenersi lontano dall’emotività del momento.
Basta aprire un quotidiano, un sito online o vedere un telegiornale per ascoltare notizie allarmanti provenienti dai mercati finanziari. E’ lo spread a preoccupare più di tutto, in quanto attualmente risulta troppo alto rispetto ad un passato recente. Questa situazione determina tensioni ed una corsa a modificare forme di investimento. Come ci si deve comportare in questi casi?
“Basarsi sui livelli in rialzo dello spread – afferma Pappagallo – è un errore imperdonabile e rischia di compromettere l’obiettivo che ci si è dati per salvaguardare il proprio patrimonio finanziario. Il nostro è un lavoro di consulenza e consiste nella ‘pianificazione’ delle attività di investimento, e come tale non può essere dettato dai ritmi dell’emotività. Conta, in sostanza, il risultato finale e non certo il rialzo o la perdita del momento.”
E’ facile dirlo, ma chi possiede un capitale di un certo valore teme di vedere andare in fumo il proprio patrimonio…
“Un motivo in più per affidarsi ad un consulente che ti fornisce indicazioni solo nel momento in cui conosce alla perfezione il cliente, le sue aspettative, il suo tenore di vita. La gestione di un capitale, insomma, non può rispondere alla logica del ‘gratta e vinci’ su cui incide solo la fortuna.”
In che senso?
“Il ‘gratta e vinci’ è logicamente basato solo sulla fortuna, mentre la gestione del capitale richiede esperienza, conoscenza del mercato, un approfondimento sui reali obiettivi dell’investitore e soprattutto la capacità di non lasciarsi influenzare dagli eventi quotidiani e dalla loro capacità di incidere sulle quotazioni dei titoli azionari e/o obbligazionari. E, comunque, la gestione del risparmio sotto consulenza limiterà sempre al massimo livello l’esposizione del risparmio ad una piccola quantità di titoli, verso un singolo settore economico, ad una singola zona geografica o, peggio ancora, a mode del momento.”
Il problema è capire come scegliere il proprio consulente…
“Il primo elemento da considerare è quello di affidarsi ad un consulente che opera per conto di un gruppo che offre garanzie di solidità e di dimensioni nazionali.
Un buon consulente, poi, non può che partire dalla profonda conoscenza del suo cliente e delle sue esigenze a medio e lungo termine. Dopo di che, pertanto, dovrà proporre un investimento che non dovrà tenere conto di convenienze immediate.”
Stando a ciò che lei consiglia, anche un momento difficile come quello che stiamo vivendo può essere adatto per programmare un investimento finanziario…
“Certamente. Gli osservatori più attenti ricorderanno i momenti esaltanti (in cui si guadagnava tanto, grazie a speculazioni in Borsa) ed altri di grande crisi. I clienti per i quali gestisco capitali cospicui anche in quei periodi ‘bui’ non hanno subito ripercussioni negative per il proprio capitale ed anche per questo hanno acquisito i concetti della ‘calma’ e della ‘ragione’ che devono avere sempre la meglio sull’emotività nelle operazioni di mercato.”
Se tutti ragionassero in questi termini si potrebbero evitare tanti rischi nella gestione del proprio patrimonio…
“Lo penso anche io, partendo da un dato: gli italiani non fanno quasi mai una pianificazione patrimoniale, tanto è vero che è difficilissimo vedere la salvaguardia dei propri beni protrarsi sino alla terza generazione. Ecco perché il ruolo del consulente diventa fondamentale, tanto da trasformarsi in un amico di cui il cliente sa di potersi fidare, conoscendone la sua vita e le sue aspettative per il futuro.”
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