Intervista al cardiologo Valerio Sanguigni di Roma, che nel corso della sua carriera professionale e accademica ha dimostrato l’importanza di una alimentazione e di uno stile di vita sani per vivere bene e a lungo

Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di Medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata, ha dedicato gran parte della sua carriera professionale e accademica allo studio della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Come forse in nessun altro campo della medicina, il modo di vivere può aiutare ad evitare problemi futuri.
Prof. Sanguigni, qual è il segreto per vivere più a lungo?
Si parla troppo spesso di quanti anni si vive, ma ci si dimentica del come. Rita Levi Montalcini stimava in 50 anni il tempo medio in cui una persona vive bene, senza malattie o complicazioni. Oggi la medicina moderna ha contribuito a curare molte malattie e ad allungare un po’ questo tempo, ma rimane molto importante investire sulla propria salute precocemente anche da quando si è giovani. Nessuno segreto, dunque, solo un po’ di attenzione allo stile di vita

Quanto conta la genetica per la longevità? Qual è lo stile di vita ideale?
La genetica incide, ma è stato dimostrato che non è un fattore imprescindibile. Si può essere longevi (che significa vivere a lungo e bene) semplicemente lavorando sulle proprie abitudini. La cosa fondamentale è adottare uno stile di vita sano, che significa alimentazione corretta e attività fisica. Lo si è visto studiando le popolazioni di alcuni paesi con un alto numero di ultracentenari, come Ecuador, Caucaso, Giappone o Kashmir. Quelle persone vivono a lungo perché vivono in modo semplice e sano.
Cosa bisogna mangiare per stare bene?
Principalmente frutta e verdura, almeno 5 o 6 volte al giorno. Si tratta di alimenti che contengono polifenoli e antiossidanti, capaci di ridurre la quantità di radicali liberi dell’ossigeno e di far arrivare più ossigeno agli organi, quindi di farli lavorare meglio e di conseguenza di rallentare l’invecchiamento. Purtroppo il problema è che spesso passa molto tempo da quando questi cibi vengono raccolti a quando arrivano sulle nostre tavole, perdendo così le proprietà per cui sono così importanti. Un’alternativa è mangiare molta frutta secca, soprattutto cacao, nocciole, té verde, nei quali i polifenoli rimangono costanti.

Quali sono i risultati di una dieta di questo tipo?
E’ stato dimostrato che chi si alimenta in maniera sana con una dieta ricca di polifenoli può ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari del 30%. A questo va abbinata un’attività fisica regolare. Non necessariamente andando a correre, è più che sufficiente fare lunghe passeggiate.
Riesce a trasmettere questo messaggio ai suoi pazienti?
Cerco di fargli capire quanto è importante, i farmaci non sono sufficienti se non vengono abbinati ad uno stile di vita sano. Il rapporto con i pazienti è importante proprio per questo, cerco sempre di stabilire un’intesa, di mettermi sullo stesso piano. Un buon dottore è anche un confidente, una persona di cui ci si fida e a cui si raccontano i propri problemi. L’ascolto e l’osservazione del paziente rappresentano uno dei due pilastri dell’attività di un medico, di qualunque specializzazione si occupi.
Qual è il secondo pilastro?
Lo studio. Non è possibile rimanere indietro, occorre stare al passo con i tempi, studiare continuamente, aggiornarsi sulle nuove scoperte. Nuovi

studi, nuovi strumenti diagnostici, la medicina è in costante evoluzione, oggi più che mai. Per questo dedico buona parte della mia giornata a questo aspetto. Cerco di tenere sempre insieme questi due elementi, lo studio e l’osservazione, è la formula fondamentale per essere dei buoni dottori.
Oggi la tecnologia ha semplificato molti esami, rendendo più visibili e intuitive le diagnosi. Dove sta il valore aggiunto di un medico?
E’ vero, la tecnologia ha fatti passi in avanti molto importanti, spesso però portando con sé un eccesso di tecnicismo diagnostico da parte dei medici. Mi spiego meglio: troppe volte si rimandano pazienti da un esame all’altro, invece di fermarsi un attimo anche ad un attento esame clinico. Occorre da una parte saper analizzare e interpretare i dati che ci fornisce la tecnologia, dall’altra studiare a fondo i sintomi di ogni paziente. Qui sta la bravura e il valore aggiunto del medico esperto.
Tornando all’aspetto dell’alimentazione, Lei ha messo a punto un prodotto che può aiutare la prevenzione di malattie cardiovascolari.

E’ da qualche anno che avevo in mente di realizzare qualcosa che facesse bene e che, allo stesso tempo, fosse buono. Siamo abituati a pensare che quello che è buono fa male per la salute, e viceversa, ma non è così. Per questo insieme ad un chimico abbiamo studiato una miscela alimentare naturale con un elevato potere antiossidante in grado di contrastare l’azione lesiva dei radicali liberi dell’ossigeno e di determinare una potente vasodilatazione per migliorare l’ossigenazione degli organi del nostro corpo. Per questo scopo abbiamo scelto i cibi con più alto contenuto di polifenoli e li abbiamo messi insieme: cacao scuro, nocciole e té verde. Abbiamo visto che, miscelati insieme, contengono una quantità molto più grande di polifenoli rispetto agli elementi presi singolarmente.
Quali risultati avete riscontrato?
Nello studio che abbiamo presentato lo scorso anno al congresso mondiale di
cardiologia di Londra (in corso di pubblicazione) abbiamo dimostrato un potente effetto antiossidante unito ad una importante vasodilatazione delle arterie, che ha aumentato la performance fisica del 25% in un gruppo di soggetti sani. Inoltre in altri studi che stiamo completando nei pazienti ipertesi si è osservata una riduzione del dosaggio di farmaci antiipertensivi. E’

quello che io descrivo come il primo “farmaco alimentare naturale”.
Quando arriverà in commercio?
Per il momento è stato depositato il brevetto, il passo successivo è quello della produzione. Contiamo di farlo molto presto, mettendo a disposizione diversi prodotti: la prima produzione sarà quella di una crema, ma il progetto è di fare anche un gelato e una barretta, più comoda e pratica. Nonostante vengano utilizzati alimenti di prima qualità, il costo sarà contenuto, comunque più basso di quello di molti farmaci. Sono convinto che questa sia la strada migliore e più “naturale” per garantirci una maggiore longevità e ridurre al minimo il rischio di malattie.
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