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Luca Priante: «Il valore aggiunto di uno studio legale è la consulenza»

31/01/2020
in Interviste
Avv. Luca Priante

Avv. Luca Priante

L’esperto avvocato di Terni ci racconta una professione in forte evoluzione: prima il cliente cercava l’avvocato, ora si deve mettere la propria esperienza al servizio di specifiche esigenze – Intervista all’Avvocato Luca Priante

Avvocato Luca Priante, lei è specializzato in diritto del lavoro, infortunistica e diritto civile. Ha una lunga esperienza, perciò ha un osservatorio privilegiato sulla professione. Le chiedo subito, com’è cambiato questo lavoro nel corso del tempo?

«È cambiato moltissimo, per la velocità d’esecuzione, il tempismo e l’assistenza continuativa che va garantita al cliente. Ora la gente che si rivolge al mio studio è mediamente più preparata di un tempo, in quanto  va su internet e raccoglie notizie. Ma spesso sono parziali e/o incomplete: allora è compito di un bravo avvocato informare correttamente. E alcune cose non passano mai di moda..».

Quali sarebbero?

«L’approccio metodologico, la capacità di ascoltare ed imbastire strategie vincenti. In questo non c’è tecnologia che regga: serve prendere appunti, fare piani d’azione, scrivere e selezionare gli aspetti salienti, ricostruire i casi, avvalersi di competenze variegate, anche psicologiche, per instaurare un utile rapporto di fiducia e collaborazione. È la parte che amo di più del mio lavoro»

Parliamo di infortunistica: molto spesso chi subisce un infortunio non si rende conto della complessità dell’iter per ottenere il riconoscimento…

«Sia per quanto riguarda l’infortunistica stradale (polizze infortuni personali ed extra aziendali, aziendali ed extra professionali) che quella sul luogo di lavoro, il procedimento può essere lungo al fine di accertare il danno. Senza addentrarci in questioni troppo tecniche, diciamo che ad un tipo di lesione corrisponde un congruo risarcimento. Se non viene riconosciuto il danno biologico (invalidità permanente) corrispettivo, o la pratica non viene esaminata dai medici Inail, si procede con il ricorso rito lavoro».

Come si articola?

«Parlando dell’Inail, come le malattie professionali, una volta che l’infortunato viene giudicato idoneo al lavoro dai medici del lavoro, si conclude l’iter medico per un’eventuale riconoscimento del danno biologico (invalidità permanente). In difetto si fa opposizione, ad esempio quando la diagnosi dell’infortunio relativo alla certificazione del pronto soccorso non è stata valutata correttamente o nella sua totalità. Pertanto si dovrà produrre un esame nuovo (questo anche in caso di revisione dell’infortunio o malattia professionale, ndr) con relativa documentazione medica attuale: cartella clinica, eventuale ecografia e nuovi esami, ecc..».

 

 

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Immagino che il cliente non sia lasciato solo in questo percorso…

«Assolutamente no! Se io mi occupo della materia giudiziaria, un valido team di medici specialisti di cui mi avvalgo porta avanti gli aspetti sanitari e gli esami sulle cui basi si effettua una nuova perizia e certificazione medica. Il cliente non deve mai preoccuparsi di niente, se non di effettuare gli esami».

Accennava ad infortuni stradali o sul luogo lavoro. E quando le due cose coincidono?

«Coincidono quando l’infortunio avviene “in itinere”, cioè durante lo spostamento del lavoratore dalla propria abitazione al luogo di lavoro e viceversa con un tempo di mezz’ora prima dell’entrata e dopo l’uscita dal luogo di lavoro stesso. Quindi si può scegliere quale strada intraprendere: o chiedere il risarcimento all’assicurazione automobilistica (Rc auto) oppure all’Inail. Sono appunto strade distinte, basti pensare che con l’Inail monetizza l’invalidità permanente soltanto dal sesto punto di invalidità in avanti. Pertanto si sceglie in base alla gravità della lesione, è un diritto della persona».

Per quanto riguarda le malattie professionali?

«Qui l’iter può essere anche più lungo, in quanto si tratta di dimostrare un nesso causale tra la malattia denunciata e la tipologia di mansione svolta. Sono circostanze molto delicate a cui prestare la massima attenzione: teniamo conto che fino al quindicesimo punto di invalidità viene pagata un’indennità in base alla gravità dell’infortunio, mentre dal sedicesimo in poi scatta la rendita. È tutto interesse del lavoratore coinvolto vedersi risarcire correttamente».

Ci sono anche i patronati che si occupano di questo…

«Non è mia abitudine parlare di ciò che fanno gli altri. I patronati sono strutture validissime, certo. Ma essere seguiti da un legale ad hoc è un’altra cosa: ogni pratica deve essere monitorata attentamente. Quando non ci sono situazioni conclamate, anche un piccolo esame in più, un’accortezza, può fare la differenza tra prendere un risarcimento o no».

Anche per quanto riguarda gli automobilisti fermati con tassi alcolici oltre la norma, immagino gli esami siano essenziali…

«Guardi, io ho iniziato la mia professione proprio nel settore automobilistico, occupandomi degli autovelox e vincendo numerosi ricorsi. Per quanto riguarda la sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza (ex art. 186 C.d.S.) o sotto effetto di stupefacenti (ex Art. 187 C.d.S. D.Lgs. 285/1992 e succ. mod.), quello che dico al cliente è preoccuparsi soltanto di effettuare le analisi. Al resto, mi occupo io, trovando la strada più consona. Si devono fare esami ematici e visita GOAT per mantenere la validità della patente».

Ha appena detto che non è sua abitudine giudicare il lavoro altrui, ma non può evitare questa domanda: tra Terni ed Orvieto ci sono circa 700 avvocati. Come riconoscere quello giusto e quali rischi si corrono affidandosi a quello sbagliato?

«Non mi piace parlare male dei colleghi e del loro operato, glielo assicuro. Posso dire che giusto e sbagliato sono aggettivi un po’ forzati in questo contesto, il mio consiglio è scegliere un professionista affidabile e preparato relativamente all’ambito per cui il cliente ha necessità. Quindi instaurare un rapporto diretto, sincero e di fiducia. Il rischio di una scelta frettolosa rivolgendosi al primo professionista che capita, presumo invece che verrà scoperto soltanto dopo un po’ di tempo…».

 

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Leggi anche Luca Priante, un avvocato vecchio stampo e al passo con i tempi

Leggi l’approfondimento Ansa Avv. Luca Priante: «Le malattie professionali sono in aumento, ma il riconoscimento può essere complesso»

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